Novanta milioni di euro in arrivo ad Ascoli
Qualche mese fa il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, il Ministro dell’Economia e Finanze ed il Ministro per i Beni e le Attività culturali ed il turismo firmavano il decreto interministeriale attuativo del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare”. Per cui il decreto metteva a disposizione dei Comuni e delle Città Metropolitane risorse per oltre 853 milioni di euro per gli anni 2020-2033. Quindi i fondi si possono destinare al programma innovativo per l’abitare, al fine di concorrere alla riduzione del disagio abitativo, culturale e della coesione sociale.
Obiettivi principali del programma:
- Riqualificare e incrementare il patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale;
- Rigenerare il tessuto socio-economico;
- Incrementare l’accessibilità, la sicurezza dei luoghi e la rifunzionalizzazione di spazi e immobili pubblici;
- Migliorare la coesione sociale e la qualità della vita dei cittadini, in un’ottica di sostenibilità e densificazione.
Le proposte pervenute da regioni, comuni e città metropolitane sono state circa duecentonovanta, duecentesettantuno delle quali sono ammesse al finanziamento.
I criteri per la scelta dei progetti:
- superficie residenziale che viene recuperata dal progetto;
- a maggiore inclusività sociale che esso genera;
- impatto sociale, culturale, urbano territoriale, economico-finanziario e tecnologico come: l’apporto economico di fondi privati, la rispondenza alle politiche territoriali regionali, la sostenibilità ed efficienza energetica e la premialità al consumo di suolo zero hanno costituito alcune delle voci valorizzate dall’apposito programma informatico creato ad hoc.
Ascoli si è posizionata al 6° posto con un progetto che vede il comune di Ascoli Piceno in coprogettazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e la collaborazione dell’Unicam ed dell’ Erap.
Il Comune aveva presentato due progetti: uno pilota da 78 milioni di euro (ne sono stati finanziati 75 milioni) e uno da quindici milioni. Il primo riguarda la lotta allo spopolamento attraverso la conversione di immobili del centro storico in edilizia sociale a basso costo. Il secondo invece riguarda la la valorizzazione delle frazioni.
Cosa succederà ad Ascoli Piceno?
Con i 75 milioni euro si potrà acquistatare Palazzo Saladini Pilastri e recuperare il giardino che diventerà di circa un ettaro e mezzo e sarà pubblico. Una parte dello stabile sarà dedicata al Terzo Settore e un’altra all’albergo etico. Poi si potrà comprare il Palazzo “Cornacchietto”, l’ex convento di San Domenico e l’ex caserma Vecchi. Inoltre nella sede dell’anagrafe di via Giusti si potranno realizzare appartamenti con l’housing sociale. Una parte si dedicherà agli anziani autosufficienti. Per di più i soldi andranno alla riqualificazione di piazza San Tommaso e alla creazione di un centro commerciale naturale al centro storico. In aggiunta c’è anche il polo scientifico-culturale nell’ala nord della Chiesa di Sant’Angelo Magno.
Il progetto da undici milioni di euro riguarda la riqualificazione dei contenitori delle frazioni con l’housing sociale. Una parte andrà alla pista ciclopedonale da Porta Cartara a Casteltrosino.
Ci saranno anche un investimento infrastrutturale e digitale per il Wi-fi, il polo sanitario solidale e il trasporto solidale e sostenibile.
Cosa succederà nelle frazioni?
Il Comune di Ascoli Piceno si è inoltre classificato al 71° posto per il progetto dedicato alla valorizzazione delle frazioni, che è stato finanziato con 15 milioni di euro.
Anche qui la parola d’ordine è ripopolamento; tra gli interventi: quelli a Castel Trosino (parco fluviale, ex scuola, area longobarda, il borgo); Lisciano (ex scuola); Ciclabile parco dei calanchi-Ascensione; Venagrande (edificio atto ad ospitare ragazze madri); Cavaceppo. Non mancheranno percorsi per mountainbike e navette di collegamento.
a cura della Bottega del Terzo Settore