Mariangela Gasparrini è l’unica donna a ricoprire il ruolo di caposestiere nella giostra ascolana. Un incarico, che giunto al secondo mandato, è stato reso ancor più impegnativo a causa della pandemia e della forzata distanza che ha costretto tutti i sestieranti a stare lontani.
Come sono stati questi mesi?
“È stato difficilissimo per ogni essere umano e anche per una associazione che può esistere e crescere solo quando si condividono spazi e momenti intensi che fanno vivere la stessa passione. E’ stato faticoso stare senza Quintana ma soprattutto senza tutte quelle relazioni che si instaurano attraverso tutti gli eventi. Dalle riunioni organizzative, alle prove, alle gare, alle cene. Ci è mancato tutto, anche le dirette e le trasmissioni di Radio Ascoli dedicate alla giostra e quindi non vediamo l’ora di tornare alla normalità. Vogliamo emozionarci al Campo Giochi.”
Quindi Lei pensa che giusto disputare la Quintana?
“E’ giustissimo fare entrambe le giostre. Tutto sta ripartendo, le attività stanno riaprendo e quindi penso che sia doveroso fare uno sforzo tutti insieme per far si che le Quintane siano fatte. Anche in modalità diversa ma noi dobbiamo tornare allo Squarcia. Siamo pronti a ripartire, c’è grande entusiamo e abbiamo tutti bisogno di questi eventi anche perchè sono un volano importante per la nostra economia locale che avrebbe una ulteriore battuta di arresto. Ascoli è candidata a Capitale della Cultura e tutti gli eventi quintanari dell’estate sono linfa vitale per sostenere questo importante obiettivo”.
Lei è l’unica donna a ricoprire il ruolo di caposestiere e ha scelto di non sfilare. Perchè?
“Si sono l’unica ad Ascoli ma ci sono altri casi di donne che occupano ruoli apicali anche in altre rievocazioni storiche. Ho scelto di non sfilare perchè il mio motto è sempre stato ‘appartenere e non apparire’ quindi il mio è stato sempre una scelta per dimostrare che si può appartenere e partecipare attivamente all’interno del proprio sestiere senza necessariamnte sfilare.”
Non le dispiace però rinunciare ad un momento tanto emozionante come quello di vestire i panni quintanari e far parte del corteo?
“Sinceramente no. Sono convinta della mia scelta e non ho rimpianti. Seguo attentamente tutti i preparativi del corteo, dalle dame fino all’ultimo figurante ma ripeto anche senza la partecipazione alla sfilata sono vicina al mio sestiere.”
Quest’anno avete deciso di tenere chiusa la taverna di Sant’Emidio. Perchè?
“Abbiamo deciso di rinunciare alla taverna ma offriremo il nostro spazio a tutte le attività commerciali di ristorazione che vorranno occupare i nostri spazi per la loro attività. E’ un modo per sostenere il settore duramente colpito dalla pandemia e per condividere degli spazi e aprirci come associazione”.
Come sono andate le prove di Chicchini?
“Pierluigi è un cavaliere esordiente ad Ascoli ma ha una lunga esperienza alle spalle. Ha trionfato per due volte a Foligno e si è preparato molto per sfidare il moro. Ci siamo affidati a lui e alla scuderia Max Ferri che ha messo a disposizione le proprie cavalcature. In prova lo abbiamo visto molto motivato e siamo certi di poter portare a casa bei risultati.”
Cosa augura al Suo sestiere e alla Quintana di Ascoli?
“Al mio sestiere ovviamente di tornare a vincere il Palio e alla nostra Quintana di tornare a far battere il cuore di tutti i sestieranti.”
di Veruska Cestarelli