Il Sestiere di Porta Tufilla vince il premio Etica nella Quintana – Correttezza e Lealtà, organizzato e promosso dal Comitato Festeggiamenti per il Santo Patrono Sant’Emidio.
Un premio consegnato al termine di una cerimonia lunga ed emozionante che si è tenuta venerdì sera – 29 ottobre – al teatro Filarmonici, condotta come dalla prima edizione dai giornalisti Veruska Cestarelli e Matteo Porfiri, che da anni tengono le redini anche delle dirette radiofoniche e televisive della Giostra della Quintana.
In platea e sui palchi tutto il mondo quintanaro – dal consiglio degli anziani ai capisestiere, dai consoli ai figuranti, oltre che le autorità e il “popolo”, giunto a rivivere, ancora una volta, le emozioni della Quintana insieme ai tanti ospiti intervenuti.
La Cerimonia, organizzata in collaborazione con l’amministrazione comunale e la parrocchia della Cattedrale, è iniziata con la proiezione di un video riassuntivo dei principali appuntamenti delle festività dedicate al Patrono e delle iniziative promosse dal Comitato. Quindi il saluto del presidente del comitato Giancarlo Mari, che ha ringraziato Massimo Massetti e tutto il Consiglio degli Anziani per aver restituito alla città, nonostante le difficoltà, entrambe le edizioni della Quintana.
Mari ha quindi presentato il premio, un piatto realizzato dalla ceramista ascolana Anna Maria Falconi, per poi consegnare nelle mani di Andrea Viozzi, responsabile del gruppo comunale che apre il corteo della Quintana portando il Gonfalone della Città, un riconoscimento per l’impegno profuso durante tutto l’anno.
Apre la Fanfara dei Bersaglieri, poi Francesco Ceci
Ha aperto la carellata degli ospiti la Fanfara dei Bersaglieri, che entrata dalla platea tra gli applausi ha eseguito i grandi classici del repertorio per concludere con l’Inno nazionale, tutti in piedi con la mano sul cuore.
Quindi, il campione di ciclismo su pista Francesco Ceci, classe ’89, ascolano, ha raccontato la sua carriera e, in particolare, l’ultima annata, “ottima nonostante le poche gare svolte”, ricordando oltre all’ultimo titolo vinto, lo scorso 15 settembre, anche le sue vittorie del cuore: il primo titolo italiano conquistato quando non era ancora diciannovenne e il primo titolo mondiale.
«Al di là degli obiettivi che raggiungi – ha spiegato – negli sport e nelle competizioni la correttezza è fondamentale. Noi per esempio nel nostro sport dobbiamo essere molto corretti perché gareggiamo a 70-80 chilometri orari, a volte in gruppo, quindi è pericoloso, rischiamo di farci molto male». Conclusa la carriera professionistica, Francesco Ceci ha auspicato di tornare a far parte in prima persona del corteo storico. «Tante volte ho fatto il figurante da piccolo, due anni fa ebbi l’occasione di partecipare all’Offerta dei Ceri, poi gli impegni professionistici mi hanno allontanato da Ascoli. Chissà che adesso, avendo più tempo, non possa tornare a sfilare».
Spazio alla danza
A seguire il primo momento dedicato alla danza con le allieve del quarto e quinto anno dell’associazione sportiva Danzarte; sul palco ballerine dagli undici anni in su hanno interpretato una coreografia frutto della contaminazione tra danza moderna e hip hop, per la direzione artistica di Claudia Casimirri.
Angelo Carestia e le sue voci
Concluso il numero, un esuberante “Renato Zero” è entrato dalla platea, cantando i suoi cavalli di battaglia “Mi vendo” e “I migliori anni della nostra vita”, per poi svelare la sua vera identità: Angelo Carestia, in piena forma, ha interpretato nell’ordine Ligabue, Vasco Rossi, Jovanotti, Max Pezzali, Francesco De Gregori, Antonello Venditti, Zucchero, Marco Masini, Riccardo Cocciante, per poi concludere con la sua canzone spezzata, eseguita prendendo in prestito le voci di Celentano, Fred Bongusto, Claudio Baglioni, Lorenzo Jovanotti, Califano, Zucchero, Vasco Rossi. Renato Zero e Riccardo Cocciante.
Nei panni di Totò, con Matteo Porfiri a fargli da spalla, ha infine introdotto l’ospite successiva: la cantante Giorgia Fiori che, accompagnata al pianoforte da Marco Romani, ha eseguito una versione acustica del brano dance “What is love”.
L’emozionante testimonianza di Giovanni Clerici
Dopo la pausa musicale, veramente toccante sono stati i minuti dedicati al cavaliere Giovanni Clerici, che con la voce rotta dall’emozione ha raccontato come è iniziato il suo amore per i cavalli, da quando «Angelo De Angelis, che “ha portato i cavalli ad Ascoli” mi portava al maneggio che aveva aperto accanto alla Ceat», e poi la grande delusione quando «alla prima giostra andai dritto sotto al Cassero, una cosa che mi ha segnato per sempre, dopo ho sempre corso con la paura. Però una cosa devo dirla: anche se non ho vinto mai, la correttezza è stata sempre la prima cosa. Noi qualunque cosa succedesse abbiamo sempre onorato la Quintana fino alla fine. Un ultimo messaggio che voglio dare ai quintanari giovani è questo: la Quintana la fa il popolo, il popolo la deve amare. Vi parlo con il cuore».
Salutato con un caloroso applauso un commosso Giovanni Clerici, Giorgia Fiori è tornata sul palco, stavolta nei panni di Gladiah, suo nome d’arte, per eseguire, per la prima volta in versione acustica, “Apatia”, canzone composta durante il lockdown.
Illusionismo e stupore con Roberto Palumbo
Spazio poi all’illusionismo con Roberto Palumbo che ha lasciato tutti a bocca aperta viaggiando agevolmente in avanti e indietro lungo la linea del tempo, coinvolgendo il pubblico e, tra gli altri, gli stessi Giancarlo Mari, Massimo Massetti e infine il sindaco Marco Fioravanti, al quale ha strappato uno sguardo di vero stupore dopo aver “previsto”, con una settimana di anticipo, le parole che il presidente del comitato avrebbe letto sul palco, dalle pagine del numero di venerdì sera del Sole 24 Ore.
Il gran finale
L’ultima esibizione delle allieve di Danzarte, insieme a tamburini e sbandieratori con la Quintana, ha introdotto la parte finale della serata.
Veruska Cestarelli e Matteo Porfiri, infatti, hanno invitato sul palco il sindaco Fioravanti e il parroco della Cattedrale don Luigi Nardi. Entrambi, presa la parola, hanno fatto riferimento alla recentissima nomina del nuovo vescovo della diocesi di Ascoli Mons. Gianpiero Palmieri.
«Il vescovo mi ha chiamato poco fa – ha raccontato il sindaco – sono veramente contento, è un vescovo quintanaro. Noi da qualche tempo stiamo avvicinando ancora di più la Quintana, che è una manifestazione civile, al nostro Santo Patrono. È vero che la Quintana è del popolo, come ha detto Giovanni Clerici. A questo proposito, faremo venerdì prossimo la conferenza stampa sulla candidatura di Ascoli a Capitale della Cultura 2024; abbiamo fatto un grande lavoro con un dossier pazzesco. Non posso conoscere ancora quali saranno gli esiti di questa candidatura, ma sicuramente il processo rimarrà; un nuovo metodo partecipativo che costruirà una nuova visione di Ascoli da qui al 2030».
Il parroco della Cattedrale
Dopo aver ascoltato il saluto in video del nuovo vescovo Mons. Gianpiero Palmieri, Don Luigi Nardi è intervenuto dichiarando: «Questa giornata è iniziata in maniera bellissima, con questa notizia (nomina del vescovo, ndr) e si è conclusa con questo evento emozionante e commovente, per il quale ringrazio tutti, dagli organizzatori a chi ha partecipato fattivamente salendo su questo palco. Sulla Quintana posso dire che è una manifestazione che ha un carattere civile ovviamente, che appassiona tanti, “laico” nel senso che è rivolta a tutti, però nasce in onore di Sant’Emidio e mi sembra che questa sera questo premio rappresenti un po’ di più questo legame.
La proclamazione del vincitore
Grande finale con la consegna del premio: tutti sul palco – dal comitato al consiglio degli anziani, cui è stata consegnata una targa commemorativa – Franco Bruni ha letto la motivazione e Giancarlo Mari ha consegnato il premio a Francesco Mazzocchi e a Matteo Silvestri, rispettivamente console e caposestiere di Porta Tufilla, che chiude così la sua stagione dei record. «Non vinciamo spesso – hanno scherzato – ma quando lo facciamo prendiamo tutto».