Pandemia, epidemia, endemia sono ormai diventate parole di uso quotidiano, usate nel presente. Fino a qualche anno fa erano legate al ricordo della seconda guerra mondiale e della “Spagnola”. Era solita la frase “ha fatto più morti la Spagnola che la guerra”. La Pandemia dovuta al virus Sars-Cov-2 dura ormai da due anni e ha coinvolto l’intero globo terrestre. 318.648.834 milioni di persone contagiate e 5.518.343 milioni di decessi nel mondo. In Italia 12.4 milioni di persone hanno contratto l’infezione e nel corso di questi due anni sono morti circa 153 mila italiani. Ma cosa si intende per pandemia? Come nasce e come si trasforma?
Pandemia ed Epidemie
La Pandemia nasce come una epidemia che poi si diffonde a tutti i Continenti. L’Istituto Superiore di Sanità intende con Epidemia una infezione che si diffonde rapidamente da uomo a uomo ma che rimane confinata in una zona ben definita. L’epidemia si verifica quindi quando un soggetto malato contagia più di una persona e il numero dei casi di malattia aumenta rapidamente in breve tempo. Quando il contagio si propaga in vaste aree del mondo si parla di Pandemia. L’ultima è stata dichiarata nel marzo 2020 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per il nuovo CoronaVirus19.
Gli indici per misurare il contagio
L’evoluzione della pandemia è controllata dal cosiddetto indice R(erre, dove R sta per riinfettare). R0 (erre con zero) è il parametro che valuta l’andamento di un’epidemia nella sua fase iniziale in assenza di interventi. Nel caso in cui R0 sia pari a 1 significa che un singolo malato potrà infettare una persona. Se invece è uguale a 2 ne contagerà due e così via. Maggiore è il valore di R0, dunque, tanto più elevato è il rischio di diffusione dell’agente infettivo. In Italia il nuovo coronavirus ha avuto picchi di R0 fino a 2.96: ogni persona ne ha contagiati in media altre 2,96 (circa 3).
L’Rt descrive invece il tasso di contagiosità dopo l’applicazione delle misure atte a contenere il diffondersi della malattia. Dunque un parametro legato a una situazione contingente, a seconda dell’efficacia delle misure di contenimento. Se l’indice Rt è superiore a 1, significa che in media ogni persona infetta sta contagiando più di una persona, e che dunque l’epidemia è in espansione, il numero di casi sta crescendo. Perché la pandemia rallenti, Rt deve essere sotto a 1.
L’Rt delle ospedalizzazioni indica come evolve il numero di ingressi ospedalieri nel tempo. In sostanza è identico a Rt classico solo che al posto di usare le date di inizio sintomi si usano le date di ricovero in ospedale. In linea di massima sono simili, cambiano solo quando il contagio è più spostato sulle classi giovani che spesso non necessitano di ricovero. Il calcolo di Rt viene effettuato solo su casi sintomatici. Non vengono considerati i casi asintomatici poiché la loro individuazione dipende molto dallo screening e il risultato è che un maggiore o minore aumento dei casi asintomatici trovati non dipende dalla trasmissibilità del virus ma dal numero di analisi effettuate.
Passaggio verso l’Endemia?
Dopo l’adozione delle misure di contenimento dell’infezione da SarsCoV-2, il tasso di contagiosità è significativamente diminuito in tutta Italia. Attualmente l’Rt è pari a 0.73, quindi in discesa, grazie alle vaccinazioni, alle immunizzazioni naturale, alle misure di contenimento adottate, distanziamento, mascherina, disinfezione della mani. Questi dati dicono che siamo vicini all’ulteriore passaggio da pandemia ad endemia?
Si può parlare di endemia quando un virus ha raggiunto un tale livello di diffusione da essere considerato come stabilmente presente tra la popolazione, esattamente come l’influenza o il raffreddore. Secondo gli esperti questa è la nuova prospettiva: i dati hanno dimostrato che la variante Omicron è sicuramente più contagiosa, ma meno aggressiva del ceppo primario del Covid. Per tale motivo stiamo andando verso l’endemia, ma non possiamo ancora dire di essere in quella fase.
della dott.ssa Donatella Petritola