La memoria viene definita come la capacità di acquisire, ritenere e richiamare le informazioni. Si tratta di processi che svolgiamo quotidianamente e che ci permettono di vivere, adattarci e svilupparci. Essa è dunque indispensabile, perciò quando viene a mancare si notano subito le conseguenze. La memoria ha incuriosito ricercatori provenienti da varie discipline e, ancora oggi, sono molti gli studi condotti su questo argomento. I processi di memoria continuano ad affascinare ed interrogare, ma anche a far discutere.

Infatti, sono molte le teorie sviluppate negli ultimi decenni che cercano di illustrare il funzionamento e la struttura dei processi di memoria. Sebbene non ci sia una teoria esaustiva, quasi tutte tendono a distinguere una memoria a breve termine e una a lungo termine. La prima ci permette di mantenere alcune informazioni per un periodo limitato.  Esempio quando ci presentiamo e dopo pochi minuti ci dimentichiamo come si chiama il nostro interlocutore. L’altra memoria, al contrario, è duratura nel tempo: fanno parte di questa memoria tutti i ricordi che abbiamo.

Memoria e Oblio

Per fissare un ricordo nella memoria a lungo termine esistono diverse modalità; una di queste è la ripetizione. Ripetendoci più volte un nome, tendiamo a ricordarlo con più probabilità. Altre modalità sono la frequenza con cui incontriamo quello stimolo o il fatto che lo colleghiamo ad altri elementi, per cui il suo immagazzinamento risulterà più semplice. Molti dei ricordi che abbiamo sono associati a delle emozioni. Pensiamo a quella volta che ci siamo arrabbiati moltissimo o che abbiamo ricevuto una forte delusione. Quelli intrisi di emozioni rimangono ricordi indelebili, grazie in particolar modo al ruolo svolto dall’amigdala. Questa è una parte del cervello che contribuisce al consolidamento e al recupero di memorie emozionali. Un altro importante concetto legato alla memoria è l’oblio, ovvero l’incapacità di ricordare i contenuti appresi. Solitamente se ne attribuiscono le cause ad un progressivo indebolimento dei depositi mnesici, dovuti al passare del tempo, all’interferenza di altri ricordi o a cause biologiche determinate dall’età o dall’insorgenza di malattie come l’Alzheimer.

La teoria psicoanalitica individua fra le cause dell’oblio anche l’azione di processi difensivi, come la rimozione. Essa è l’allontanamento dalla coscienza di desideri o pensieri considerati dalla persona inaccettabili o minacciosi. Ci sarà capitato di dire “ah l’avevo completamente rimosso!” quando in realtà quel ricordo è ancora presente nella nostra memoria, ma è stato difficile recuperarlo, così, ci convinciamo che non ci sia più. Ciò che sappiamo con certezza è che la memoria non è un’attività passiva, bensì un insieme di processi che aggiornano e modificano continuamente le informazioni. La memoria ci permette di costruire e di mantenere un’idea stabile di noi e del mondo circostante. Insomma ci permette di esistere e forse proprio per questo è così intrigante.

di Beatrice Moretti