IN VALNERINA SUL MONTE MAGGIORE
di Franco Laganà
Quando da Borgo Cerreto si percorre la Valnerina diretti a Spoleto si passa sotto il versante sud del Monte Maggiore (1430 m), meta della nostra escursione.
Per l’avvicinamento suggerisco di allungare un po’, fare la galleria di Forca di Cerro e poi, lasciata a sinistra Spoleto, percorrere un tratto dell’antica Via della Spina, così da salire al castello di Àcera. La Via della Spina collega Spoleto a Colfiorito e costituì fin dall’antichità, già in epoca preromana, un itinerario utilizzato per i commerci e per la transumanza delle greggi dai pascoli invernali della maremma laziale a quelli estivi dell’Appennino umbro-marchigiano.
Il castello di Acera
Il castello di Àcera si presenta compatto con la sua caratteristica torre pentagonale inglobata tra le case ed è quasi tutto restaurato; una breve visita al suo interno consente di passare davanti alla casa natale del letterato e dantista Giovanni di Ser Buccio dell’Acera (c.ca 1370-1445) e al piccolo museo legato al tema della pastorizia, con foto esposte tratte dal volume “Pastori d’Acera”; l’autore Lamberto Gentili vi ha raccolto preziose testimonianze fotografiche di un mondo, quello pastorale, ormai scomparso, accompagnandole con testi scritti in endecasillabi in genere non rimati, con un risultato davvero inusuale.
L’escursione
L’escursione sul Monte Maggiore che descrivo fu la prima ufficiale effettuata dalla Sezione CAI di Spoleto, ricostituitasi nel 1975; il motivo per cui fu scelta quella vetta e non altre è lo stesso che mi ha attratto e cioè che la cima del monte era sede di un panoramico santuario italico, attorniato nei vicini cocuzzoli dai castellieri, piccoli villaggi protetti.
Dal piccolo borgo di Acera (972 m) si prende lo stradello in parte cementato che all’inizio sale con forte pendenza per poi addolcirsi e percorrere la sella prativa tra Monte Felcito e Monte Grande fino a raggiungere il Passo Cattivo (1108 m), punto di arrivo della brecciata che sale dalla Valnerina. Proprio in quel punto ne parte una terza che in breve sale al Monte Grande (1318 m), anch’esso meta della nostra escursione, perché sede di un piccolo castelliere; ad un attento esame s’intuisce che il piano è stato modellato da mano umana e che il luogo costituisce un punto di osservazione privilegiato sulla Valnerina, da Meggiano fino a Vallo di Nera, sovrastata dal Monte Coscerno.
La salita per prati al Monte Maggiore (1428 m) non presta alcuna difficoltà e nel giro di mezz’ora si raggiunge la vetta, segnata dalla presenza di una croce eretta nel 1995 dal CAI di Spoleto nel ventennale della loro prima ascesa. Anche in questo caso il punto d’osservazione è esteso a molti gruppi montuosi dell’Appennino Centrale e per quelli più vicini offre la vista ad un’altra parte della Valnerina verso Cerreto di Spoleto e alla valle interna del fiume Vigi proveniente da Sellano, per spingersi a nord-ovest verso il monte Serano segnato dalle antenne. Il pianoro di vetta è contornato da un emiciclo di pietre che contornano il catino oggetto di un recente scavo archeologico da parte dell’Università di Perugia.
Il rientro
Per il rientro, si scende dal versante nord fino a raggiungere una sterrata sotto “le saliere”, caratteristici cumuli creati con lo spietramento ed utilizzati per posarvi il sale, integratore alimentare necessario alle pecore e scarsamente presente nelle erbe dei pascoli. Superato un recinto di cavalli, la discesa è una passeggiata nel bosco fino ad Acera. Il giro non è molto lungo, 10 km circa e neanche 500 m di dislivello, quindi c’è tempo per trovare un posto dove rifocillarsi. In questo caso il consiglio avuto è di fermarsi alla vicina trattoria di Passo d’Acera che dallo scorso anno è stata presa in gestione da Armando e Caterina di Amatrice che fino al 2016 gestivano la locanda Cardito, purtroppo danneggiata dal sisma: troverete accoglienza ed una cucina di confine, un misto di pietanze umbro-laziali e abruzzesi-marchigiane.