Esordio da manuale per Ilaria Tuti, friulana di Gemona del Friuli, il cui romanzo “Fiori sopra l’inverno”, ancora prima di uscire per Longanesi, era già un caso letterario alla Fiera di Francoforte del 2017 e la cui pubblicazione è in corso anche in Francia, Spagna e Germania.
I motivi del successo
Tre sono le cose che probabilmente hanno fatto di questo libro già un successo internazionale. La prima è l’ambientazione particolare, ben descritta, che permea la trama, ne è parte integrante, traspare dai personaggi e suona come un tributo affettuoso al luogo natale dell’autrice. La seconda riguarda il profilo atipico di un commissario donna tutt’altro che eroico. Le vicende storiche recuperate da Ilaria Tuti e dalle quali prende spunto vi faranno leggere avidamente queste pagine e, grazie a piccoli balzi temporali, riporteranno a galla un passato prossimo terribile e crudele. Il titolo riprende e rielabora alcuni versi del poeta Kobayashi Issa e sono, in sostanza, la sintesi ideale di questa storia che, appena nata, è già un successo.
Fatti realmente accaduti
L’approccio del commissario Teresa Battaglia all’indagine è da manuali di psicologia e di criminologia che la Tuti dimostra d’aver divorato. La narrazione prende spunto da fatti realmente accaduti,quali lo studio sugli effetti devastanti della sindrome di deprivazione affettiva sui neonati, condotto tra il 1945 e il 1946 da René Spitz. Esperimenti assurdi condotti sui bambini che sono il fulcro della storia. Il libro evidenzia una struttura molto articolata. Non solo i protagonisti dei diversi capitoli sono differenti e numerosi, ma anche l’ambientazione temporale passa dal presente al passato in più occasioni, nonostante il periodo presente rimanga quello più utilizzato.
Abitualmente, nei romanzi che presentano questa struttura, il tempo passato serve in un primo momento ad ingarbugliare la vicenda, rendendola più misteriosa e solo successivamente a dipanare ogni dubbio. Nel caso di “Fiori sopra l’inverno”, invece, è la parte più chiara ed esplicativa: grazie ad essa si comprende sin dalle battute iniziali piuttosto bene il perché di ciò che sta succedendo nel tempo presente, dando priorità alla comprensione (decisamente meno limpida nella parte principale) che alla suspense.
La trama
Questo aspetto, però, non inficia la gradevolezza del libro anche perché chiama in causa idee e concetti che, da sempre, attirano il lettore, quali il nazismo e gli esperimenti scientifici illegali. La trama principale del libro vede la polizia indagare su un caso di omicidio avvenuto a Travenì, luogo innevato che vive principalmente grazie al turismo invernale e che, a causa dell’omicidio avvenuto, rischia di perdere la sua maggiore fonte di reddito. Sin da subito la protagonista, Teresa, identifica l’assassino come un potenziale serial killer e, lo svolgimento, sembra darle ragione. “C’è ritualità e la ritualità porta a compiere di nuovo il gesto. E’ così che funziona, è così che nasce un assassino seriale.”
Il personaggio di Teresa
Se la prima parte di “Fiori sopra l’inverno” serve più ad introdurre i personaggi e i loro differenti rapporti, successivamente saranno le indagini a prendere il sopravvento e le relazioni interpersonali verranno utilizzate solo come strumento per arrivare alla verità. L’aspetto particolare che è stato maggiormente rimarcato in recensioni ed opinioni sul libro è quello relativo alla protagonista: Teresa, la donna incaricata di risolvere l’omicidio, è una donna ben diversa da quelle che potremmo incontrare solitamente in libri, film e serie tv, sia per le sue descrizioni fisiche che per quelle caratteriali.
È diabetica, non magra, non particolarmente giovane e, si comprende presto, che c’è anche qualcos’altro che nasconde al riguardo della propria salute inoltre è una donna sola: “La solitudine era una coinquilina discreta, che non invadeva mai gli spazi e lasciava tutto com’era. Non aveva né odore, né colore. Era un’assenza un’entità che si definiva per contrapposizione, come il vuoto, ma esisteva: era lei a fermare la tazza di infuso tra le mani certe notti quando il sonno non voleva saperne di portare sollievo.
Quel tintinnio si allargava nelle stanze senza incontrare nessun altro corpo tiepido. La solitudine la avvolgeva come un abito troppo stretto, un corsetto d’altri tempi, che in pubblico faceva raddrizzare la schiena ma nell’intimo rubava il respiro. Aveva imparato a curarla come faceva un antidoto con il veleno: la assorbiva a piccole dosi ogni giorno.” Sembra forte, aspra e dominatrice perché è così che si atteggia per poter contrastare il suo male.
L’ambientazione
L’ambientazione di “Fiori sopra l’inverno”, si è detto, è particolarmente importante per la vicenda, medesimi accadimenti non avrebbero potuto verificarsi in un altro luogo..la scrittrice sceglie le parole attentamente, ottenendo uno stile evocativo e che si abbina molto bene con il luogo, affascinante ed eterno. Il giallo propone però, oltre all’enigma degli omicidi, importanti interrogativi:Il rapporto tra normalità e patologia, quello tra ambiente – educazione e carattere (devastanti nella sindrome di deprivazione affettiva sui neonati ), tra studio e intuizione,tra colpa e innocenza, ma soprattutto come dice Donato Carrisi presenta in Teresa Battaglia, non una semplice protagonista “ bensì una persona autentica e tridimensionale: qualcuno cui affezionarsi”.
Autrice: Ilaria Tuti
Editore: Longanesi
Genere: Thriller
Pagine: 350
Data pubblicazione: Longanesi (4 gennaio 2018)
Anna Maria Laurano
anna maria laurano@libero.it