Arquata Potest ha completato il GADA

L’Associazione Arquata Potest prosegue le sue attività di recupero dei sentieri storici dell’area arquatana e, dopo quattro anni d’intenso lavoro, nonostante l’imperversare del covid, ha portato a compimento il GADA, acronimo di Grande Anello di Arquata.

L’ambizioso progetto nasce per collegare i tanti borghi che costellano il magnifico paesaggio arquatano e rientra nell’ambito di una più vasta rete escursionistica realizzata dai giovani dell’Associazione con l’obiettivo di contribuire al rilancio turistico del territorio comunale particolarmente adatto al turismo lento.

Come è organizzato il GADA?

Il GADA appena completato è lungo 50 km, da compiersi quindi in più di un giorno, e passa per un territorio comunale che è suddiviso tra ben due parchi nazionali, caso unico di un comune in Europa.

Il percorso a nord del fiume Tronto e della strada consolare Salaria, infatti, è inserito nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini e quello a sud passa per il Parco Nazionale Gran Sasso-Monti della Laga.

Sono toccati quasi tutti i borghi arquatani, gli altri possono essere raggiunti con brevi varianti; manca il capoluogo, quasi interamente atterrato, ma il castello ancora in piedi rappresenta un punto di riferimento costante per tutto l’itinerario.

Breve descrizione del tracciato

Da Trisungo (629 m) si sale per i sentieri recuperati 301 e 311 a Faete e Spelonga fino alla chiesetta della Madonna dei Santi (1128 m) immersa nel bosco e messa in sicurezza.

Si segue la brecciata che sale al Comunitore fino a quota 1655 m, per scendere a Passo il Chino, dove c’è il sentiero 376 che va giù a Colle.

Percorso un tratto in piano della SP20, s’imbocca un altro sentiero recuperato che scende a Grisciano, in territorio laziale.

Superata la Salaria e il fiume Tronto sul vecchio ponticello (686 m), si passa sul versante nord e in breve si raggiunge Tufo per poi attraversare l’area dove sorgeva Pescara del Tronto.

Il GADA s’inerpica per il sentiero 107 fino a fonte Cappella e con comoda sterrata arriva al panoramico Colle del Quarto (1239 m).

Scesi a Pretare, si prosegue per Piedilama sul sentiero storico appena riaperto, per concludere a Trisungo il lungo viaggio dei borghi arquatani.

Carlo Ambrosi a Radio Ascoli

Il presidente di Arquata Potest Carlo Ambrosi, parlando su radio Ascoli del Gada, ha affermato:

“Nel sistemare i sentieri del versante sud ci siamo accorti che si era formata una mezzaluna e ci è apparso naturale completare l’anello sul versante nord. La situazione era resa difficile prima dalle zone rosse del sisma e dopo da quelle covid che hanno ridotto notevolmente la nostra mobilità, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Ora tutti i tratti sono stati aperti, sistemati e tabellati”.

Dove si possono trovare notizie e informazioni sul GADA?

“Sul sito www.arquatapotest.it sono disponibili a titolo gratuito le tracce gps e le informazioni necessarie, comprese quelle relative alla ricettività ed accoglienza che si sta cominciando lentamente a ricomporre. Infine, è stata approntata una breve guida distribuita gratuitamente presso i punti di accoglienza disponibili, coinvolti come promotori per il lancio dell’iniziativa”.

Le prossime iniziative?

“Adesso stiamo pensando di creare aree di sosta e la prima già sistemata è quella che si trova di fianco all’antica fornace di Pretare; è un’area molto utilizzata, perché si trova lungo la strada che sale a Forca di Presta e Castelluccio”.

La dimensione culturale

Per gli aspetti culturali connessi al recupero dei sentieri interviene la guida Vittorio Camacci:

“La fornace va recuperata, perché rappresenta un pezzo di storia di Pretare, in quanto veniva utilizzata per cuocere con la legna del posto i massi calcarei caduti dal Vettore, così da avere la calce per costruire le case”.

Sul sito www.terreostili.it nella rubrica “I racconti delle pietre” potete trovare tanti articoli di Camacci, l’ultimo dei quali è dedicato ai mulini ad acqua di Arquata.

di Franco Laganà