Venerdì 10/02 si è tenuto presso l’Auditorium Emidio Neroni l’incontro dal titolo “Per il tuo bene”. Ha partecipato il settore Adulti dell’Azione Cattolica, diocesi di Ascoli Piceno, in occasione del Mese della Pace 2023. Attraverso il dialogo e il confronto, coadiuvati dagli interventi del sociologo dott. Massimiliano Colombi e del vescovo S.E.R. Giampiero Palmieri, sono stati trattati diversi temi a partire dal messaggio della Pace di papa Francesco.
Ne abbiamo parlato con Giuliana Norcini e Laura Morganti, responsabili diocesane del settore Adulti dell’AC (Azione Cattolica).
Veniamo subito al dunque, come si è svolto l’incontro “Per il tuo bene”?
Siamo partiti dal messaggio della Pace degli “accierrini” diocesani, letto dai loro educatori A.C.R. (Azione Cattolica Ragazzi), per poi passare alla lettura del testo del “Piccolo Principe e l’uomo d’affari”. Quest’ultimo così impegnato a contare le “sue” stelle da non degnarsi di salutare il piccolo Principe, come spesso capita agli adulti di oggi. Essi sono troppo impegnati nel fare, piuttosto che nell’essere.
Arriviamo quindi alla riflessione sul paragrafo 5 del messaggio del Papa affidata agli ospiti (sopracitati) che, moderati dalla dott.ssa Margherita Anselmi, hanno approfondito il rapporto che esiste tra “io” e “noi”. Tra l’isolamento (subìto) o l’io (scelto), per comprendere quanto riguarda solo me e quanto ha ricadute anche sugli altri.
Quali temi sono stati approfonditi?
Ci siamo dati appuntamento per riflettere sul messaggio della pace di papa Francesco. In particolare, sul paragrafo 5, in cui il Santo Padre, alla domanda “Cosa, dunque, ci è chiesto di fare?”, invita i cristiani a lasciarsi “cambiare il cuore dall’emergenza che abbiamo vissuto. Di permettere cioè che, attraverso questo momento storico, Dio trasformi i nostri criteri abituali di interpretazione del mondo e della realtà. […] dobbiamo pensarci alla luce del bene comune, con un senso comunitario, ovvero come un “noi” aperto alla fraternità universale. Non possiamo perseguire solo la protezione di noi stessi, ma è l’ora di impegnarci tutti per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta. Dobbiamo creare le basi per un mondo più giusto e pacifico, seriamente impegnato alla ricerca di un bene che sia davvero comune”.
Di qui la scelta del titolo “Per il tuo bene”, certi che il bene guarda al NOI. Solo rimettendo al centro la parola INSIEME e il bene per l’altro che “nella fraternità e nella solidarietà, costruiamo la pace”.
Quindi è stato un incontro relativo solo al parallelismo tra bene e pace?
Assolutamente no, anzi, si è parlato nel concreto di famiglia, lavoro, guerra e di tutte quelle fragilità emerse nel post-covid.
Ad oggi la rete sociale appare disgregata. Le famiglie sono spesso sole, vivono dietro la porta di casa, poco aperte al mondo esterno, sul posto di lavoro spesso siamo indifferenti alla criticità altrui.
Per non parlare della pandemia che ha fatto affiorare insicurezze che rischiano di paralizzarci. Queste devono diventare, tuttavia, l’occasione per discernere e progettare nuovi percorsi, anche dentro le nostre comunità parrocchiali dove la fede da atto di mera adesione al “così si è sempre fatto” ci chiede con rinnovata maturità di trasformarsi in atto di affidamento al Signore.
E infine la guerra. Ci si è interrogati se ci tocca da vicino solo quando le bollette aumentano o se è, invece, l’occasione per riflettere insieme, per intraprendere nuovi cammini, come singoli, come associazione e come comunità.
Solo abbandonando le catene delle nostre vecchie abitudini, le nostre “comodità” ed allenandoci ad osare novità, a partire da un’amicizia profonda con il Signore, potremo andare incontro a un bene per tutti e di tutti.
Perché nessuno si salva da solo.
di Gianluigi Canistro