La montagna come luogo di cura, di benessere, ma anche di terapia. Da qui parte il progetto “Montagnassieme”, promosso dal Dipartimento di Salute Mentale dell’Area Vasta 5, dal CAI, dall’amministrazione comunale, con il sostegno della fondazione Carisap, e partito lo scorso venerdì 26 novembre con un primo incontro.
Il logo: montagne e mani che si stringono
Montagne, e mani protese che si stringono: questo il logo del progetto che «vuole dare un messaggio di unione e sostegno, di una crescita accompagnata e condivisa – spiega Maria Cristina Bonanni, Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica presso la residenza protetta psichiatrica Don Rino Vallorani di Comunanza, che ha ideato il progetto – “Montagnassieme” è rivolto a persone che soffrono di disagio psichico e vede impegnati professionisti della salute mentale, degli enti montani e istituzioni locali. Si tratta di un’iniziativa che permetterà a persone sofferenti di entrare in contatto diretto con la natura, con il proprio territorio, le sue bellezze e le sue angustie, le percezioni di spazio, tempo, odori, colori e sapori che offre così come la quotidianità della vita, ristabilendo un adeguata priorità di necessità e di valori favorendo una miglior qualità della stessa».
Lo staff
Un progetto corale, che vede il coinvolgimento di un tecnico della riabilitazione psichiatrica, educatori, infermieri, medici psichiatrici, accompagnatori e guide montane: un’equipe nessariamente multidisciplinare, composta da figure professionali diverse che lavorano verso obiettivi comuni, in modo da creare empatia e collaborazione durante gli incontri e le uscite.
«Gli esperti della montagna – si legge nel progetto – diventano così responsabili della formazione pratica degli operatori, insegnando loro quali caratteristiche deve avere un’uscita per essere sicura e piacevole. Gli operatori della Salute Mentale aiuteranno gli esperti a relazionarsi con i pazienti, aiutandoli a superare anche convinzioni legate allo stigma nei confronti della malattia mentale».
La prima azione: l’incontro del 26 novembre
La prima azione del progetto è consistita nell’incontro preparatorio che si è tenuto al Rifugio Paci lo scorso 26 novembre, alla presenza di Maria Cristina Bonanni e e del resto dell’equipe composta da Gianni Giantomassi, commissione escursionismo sezione CAI Ascoli Piceno, Nino Leonardi, soccorso alpino e Presidente sezione CAI Ascoli Piceno, Alberto Vitelli, alpinismo giovanile sezione CAI Ascoli Piceno, Alessandro Passalacqua, Educatore presso C.O.S.E.R. Force e Maurizio Castelli, Infermiere del Dipartimento di Salute Mentale Area Vasta 5.
«All’incontro – ha raccontato Maria Cristina Bonanni – hanno partecipato nove ragazzi provenienti da tre strutture psichiatriche differenti del territorio che, guidati dagli accompagnatori Cai, hanno scoperto le loro passioni, ricevuto i loro insegnamenti attraverso il dialogo interattivo, la visione di video e della cartografia. Inoltre i partecipanti hanno ricevuto dei gadget che costituiranno l’equipaggiamento che dovranno utilizzare nell’incontro successivo previsto per il mese di marzo, durante il quale svolgeranno un escursione, parte di un sentiero precedentemente studiato e visualizzato sulle mappe».