Lo scorso 14 maggio il Pronto Soccorso Psicologico di Ascoli Piceno ha tenuto un webinar gratuito su maternità e Covid.

Il titolo dell’incontro è stato “Mamme (in)vincibili”. Si è parlato della figura della madre che nell’immaginario collettivo assomiglia a una superdonna i cui poteri speciali sono il multitasking e l’invincibilità. Dover tenere alto questo standard comporta una doppia conseguenza:

  • aumento dei livelli di stress
  • aumento del rischio di deterioramento delle relazioni.

Stress e Covid

Il Centro Studi del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi in collaborazione con l’Istituto Piepoli dall’ottobre del 2019 porta avanti il monitoraggio dei livelli di stress della popolazione italiana. Dall’ultima rilevazione di fine aprile emerge che il 39% degli italiani ha un livello di stress elevato e che le donne sono più stressate degli uomini.

Si modifica il quadro delle fonti di stress: scende l’emergenza Covid e aumenta il peso dei fattori psicorelazionali.

In che modo può aver influito allora l’emergenza sanitaria?

Lo strumento anticontagio per eccellenza è stato il lockdown: tutto è stato concentrato tra le mura di casa, all’interno del nucleo familiare e la maggior parte del carico, sia fisico che mentale, è sulle spalle delle donne e delle madri in particolare.

Non è un caso che sta dilagando il fenomeno del cosiddetto parental burnout.

Parental Burnout

L’OMS classifica il burnout come una forma di stress in ambito lavorativo. I tre sintomi principali sono:

  • Sensazione di sfinimento
  • Aumento di distacco mentale e cinismo rispetto al proprio lavoro
  • Calo dell’efficienza lavorativa

In realtà questo disagio non si limita alla sfera professionale, anzi si estende anche alla vita privata.

Spesso ci troviamo di fronte a genitori stanchi, esasperati, che arrivano a essere insofferenti nei confronti dei propri figli. Sono genitori che vivono un vero e proprio conflitto tra l’amore per i propri bambini e un’insofferenza vissuta nel rapporto con loro. Da una parte vorrebbero dedicare ai figli del tempo di qualità, mentre dall’altra parte vorrebbero prendersi del tempo per sé.

Mamme (in)vincibili

L’epoca Covid può aver esasperato una tendenza presente già da prima. D’altronde quello della genitorialità, della maternità è un percorso trasformativo, impegnativo di per sé.

Perché di fronte ai momenti di debolezza, difficoltà o stanchezza ancor di più tendiamo a voler dimostrare di essere invincibili? Perché ci ostiniamo a dimostrare di essere perfetti, senza mancanze?

Siamo abituati a pensare secondo la logica deterministica mancanza-deficit. A una mancanza corrisponderà un problema. Ecco che devo risolvere sempre tutto, non deve mancare mai nulla.

L’ottica psicoanalitica ribalta questa faccenda. In un certo senso celebra la mancanza perché è solo dalla mancanza che sorge il desiderio.

Donald Winnicott ha coniato la formula della madre sufficientemente buona che riassume in sé l’importanza della mancanza, della possibilità dell’alternanza tra presenza e assenza.

Gli errori, gli inciampi, le mancanze fanno parte del percorso di vita, perché appartengono in modo intrinseco alla soggettività. È proprio da queste mancanze che può sorgere l’invenzione creativa.

Se l’idea di essere mancanti ci angoscia, può essere utile guardarsi dentro, intraprendere un percorso di conoscenza di sé, in modo da non riversare la propria angoscia nei rapporti con gli altri, soprattutto se questi altri sono i nostri figli.

a cura di Roberta Calogiuri del Pronto Soccorso Psicologico di Ascoli Piceno