Davide Valacchi torna in sella e lo fa con due nuovi compagni di viaggio, una nuova meta, una raccolta fondi e l’entusiasmo di sempre.
Giovane ascolano trapiantato a Bologna, psicologo, organizzatore di attività sportive inclusive all’aria aperta e non vedente, Davide Valacchi è il promotore del progetto “I to eye”, protagonista nel 2019 del primo viaggio in tandem lungo la via della seta insieme a Gino Giano e Samuele Spriano.
«Oltre che psicologo, sono un grandissimo appassionato di sport e di viaggi e mi occupo dell’organizzazione di attività sportive all’aria aperta per persone con disabilità. Queste tre mie passioni – la psicologia, i viaggi e lo sport – sei anni fa sono confluite nel progetto “I to eye”, che si occupa di raccontare viaggi on the road, in particolare il tandem, dal punto di vista alternativo di una persona non vedente e dei suoi compagni di viaggio, e di promuovere lo sport in generale, e il tandem in particolare, come mezzo di inclusione per le persone con disabilità visiva, soprattutto nei paesi fuori dall’Europa, dove le opportunità di praticare sport e di vivere una vita sociale soddisfacente sono minori rispetto all’Italia
La prima avventura risale al 2019, ce la vuoi raccontare?
Il progetto “I to eye” è partito nel 2019 con un viaggio in tandem da marzo ad ottobre, più di 7 mesi lungo la via della seta, dall’Italia verso est, durante il quale abbiamo percorso oltre 12.000 km attraversando tredici paesi e arrivando quasi alle porte della Cina. Il viaggio si è concluso con la donazione di alcuni tandem in Tagikistan, che è il paese che più di altri ci è rimasto nel cuore, e che proprio lì ha dato vita al ciclismo paralimpico; infatti, un atleta dallo scorso anno frequenta abitualmente le competizioni internazionali di tandem. grazie anche al nostro contributo.
Il 5 ottobre si riparte con due nuovi compagni di viaggio.
Dopo 5 anni, durante i quali cui sono successe molte cose nelle nostre vite, anche il covid, ma in cui non ho smesso di pensare a nuove partenze, si riparte. La destinazione è l’Africa, con me ci saranno Antonio Gabrielli e Riccardo Nielsen. Partiamo da Bologna con l’obiettivo penetrare in sei mesi il più possibile il continente africano dal lato occidentale, entrando dal Marocco. Come l’altra volta, incontreremo tante realtà intorno al mondo dei non vedenti e la grande novità è che sosterremo un progetto esterno a noi, cioè chiederemo alla gente che ci seguirà di fare donazioni a sostegno di CBM Italia Onlus, organizzazione Internazionale che si occupa di cecità nei paesi del Sud del mondo, facendo cura, prevenzione e inclusione in paesi molto poveri, in cui essere non vedenti è veramente un grande problema, insieme a tutti gli altri.
Cosa consiglieresti a chi – non vedente – vuole magari cominciare a cimentarsi nel tandem?
Gli racconterei innanzitutto la mia esperienza e di come per me sia stato un grande veicolo di socialità e di benessere, che ha un po’ colmato il vuoto lasciato dalla mancanza della vista. Consiglierei di non avere paura, di fare un passo alla volta acquistando un primo tandem a poco prezzo e di cominciare a guardarsi intorno per capire chi può guidarlo. Infatti, l’esperienza del tandem è speciale – anche per chi conduce – proprio perché condivisa.
Ascoli offre dei passi dei paesaggi molto belli; tu hai qualche consiglio da dare?
Pur vivendo da tanti anni fuori Ascoli sono moltissimo legato al territorio e torno spesso. Difficilmente trovo altrove dei posti così belli per pedalare, anche se ovviamente, come sappiamo, molti percorsi sono impegnativi, perché Ascoli è circondata dalle montagne, ma questo rende l’esperienza ancora più avvincente. Quando vengo, i miei luoghi preferiti sono la nostra montagna, quindi tutte le strade che circondano la montagna dei Fiori, la zona della valle del Castellano, l’appenino perduto sopra Roccafluvione, oltre che tutti i Sibillini, anche perché parte delle mie origini vengono da lì.
di Stefania Mistichelli