La guerra attualmente in corso, tra Russia e Ucraina, è stata definita da molti cronisti come la prima dove i social hanno acquisito un ruolo primario per l’opinione pubblica. Sui media, però, è sempre più difficile capire se una notizia è vera o falsa. Le cosiddette fake news rimbalzano veloci anche in questi tristi tempi di guerra, su canali e format sempre diversi e sofisticati. Tra gli ultimi arrivati, i live streaming di TikTok. Il giornale americano New Yorker ha definito quella Ucraina come la prima guerra dove TikTok ha acquisito un ruolo primario per l’informazione e l’opinione pubblica.
“Soprattutto in guerra è necessario armare le proprie coscienze contro il potere delle fake news. Per la democrazia, serve conservare un’opinione pubblica libera e consapevole. Per fare le scelte giuste; per contribuire alla costruzione di un discorso pubblico basato su fatti reali e non su menzogne.”
Queste le parole di Alessandro Longo, editorialista de Il Sole 24 ore.
L’importanza delle fonti contro le fake news
È necessario verificare l’attendibilità delle fonti di informazione, ma è sempre più difficile selezionare le notizie attendibili nell’attuale clima di bombardamento e inquinamento mediatico. Già l’emergenza epidemiologica da Covid 19 ha evidenziato il peso, la mole, l’impatto che può avere la disinformazione, l’informazione distorta. L’attuale clima di guerra aggiunge al fenomeno una dimensione geopolitica.
“Sono numerosissime le fake news, su tutti i canali, spesso molto ben costruite anche grazie a nuovi strumenti tecnologici. E proprio durante una guerra le fake possono fare più danni.”
Spiega Juan Carlos De Martin, professore ordinario al Politecnico di Torino, co-direttore del centro Nexa su Internet e Società.
A chi, per motivi politici e/o economici, ha interesse nel diffondere falsità si aggiungono media e persone che lo fanno invece in buona fede. Questi, presi da fretta o da emozioni, amplificano o diffondono notizie, senza prima verificarle.
Qualche consiglio per cercare di evitare le fake news?
Fare quello che è comune fare nel giornalismo, ovvero cercare le fonti, incrociarle e verificarle. Diffidare di fonti poco note. La notizia si trova solo su canali poco autorevoli o è riportata anche da fonti attendibili, note, di visibilità e riconoscimento nazionale e internazionale? Se è qualcosa di rilevante, tutti i principali media ne parleranno. Potrebbe succedere, però, che, durante un’emergenza, anche grandi media riportino notizie false in buona fede, influenzandosi a vicenda, nella fretta del momento. Un antidoto al problema, per le notizie internazionali, può essere cercarle su media noti non italiani. Cercare la fonte primaria è sempre un buon metodo di attendibilità. Per chi non può o non vuole approfondire e/o ricercare, la pazienza e l’attesa sono sempre buoni consiglieri.
La durata di una falsa notizia
Di norma le fake news hanno non più di 48 ore di vita. Poi, spesso, o non se ne “parla” più o sono smentite dagli stessi che l’hanno riportata. Basta non farsi prendere dalla fretta di condividere, sui social o a voce, una notizia, un commento, una foto, un video. Soprattutto quando è o sembra dirompente, allarmistica, divergente rispetto al comune sentire per il contesto a cui si riferisce. Attenzione ai toni, all’estremismo in parole o immagini. Un tono scandalistico, molto allarmistico, soprattutto nei titoli, oppure una notizia che contraddice la verità ufficiale, potrebbe essere un segnale di fake news. Idem per foto o video strabilianti, di forte impatto, scioccanti.
Sempre Alessandro Longo afferma:
“Gli strumenti di intelligenza artificiale consentono di creare video e audio falsi molto realistici, di mettere in bocca parole a persone che non le hanno mai dette. Anche grazie a strumenti integrati in TikTok, è facile estrarre un audio da un video e inserirlo in un altro. Una foto e un video non sono quindi garanzia di autenticità”.
Dalla saggezza dei nostri nonni: …prima di parlare (in tempi tecnologici condividere, chattare, postare, pubblicare)… azioniamo il cervello.
di Cinzia Mascetti