Marco Regnicoli è il nuovo Presidente della Bottega del Terzo Settore. Il direttivo ha eletto all’unanimità il caposestiere di Porta Maggiore che succede a Roberto Paoletti.
Come sta vivendo il passaggio di consegne per il nuovo incarico?
Si tratta di un incarico di grande responsabilità, che ho accettato con grande gioia per mettermi al servizio della comunità. È un lavoro che si porterà avanti con un gruppo unito composto da otto persone provenienti da tutto il territorio. Queste persone rappresentano l’area montana, l’entroterra e la costa per rispettare tutte le sensibilità del territorio. Un team molto motivato perché la Bottega è una realtà importante sia a livello locale che nazionale. Grazie al percorso tracciato da Roberto, infatti, la BTS è diventata un vero punto di riferimento a cui guardano tante realtà del mondo del volontariato per trovare ispirazione
È una sfida stimolante, condivisa con tutti i componenti del nuovo direttivo e siamo desiderosi di proseguire il lavoro svolto dal precedente direttivo. Se possiamo pensare ad un welfare di comunità possiamo farlo soltanto ringraziando chi ci ha preceduto. Questo perché è stato in grado di tracciare una linea precisa che noi seguiremo e svilupperemo. L’obbiettivo è avere una visione del futuro che punti a coniugare i percorsi dedicati alla creazione di una rete nel Piceno, La BTS è un luogo fisico e virtuale, ma anche luogo di incontro e incubatore di innovazioni sociali. Innovazioni che stimolano la creazione di reti nel Piceno per la realizzazione di un welfare di comunità che sia davvero efficace.
I soci della Bottega sono molti e rappresentano in modo diverso i vari volti del mondo del volontariato come è possibile mettere insieme tante anime tutte diverse tra loro?
Al momento ne contiamo 205, ma ci auguriamo che il numero possa sempre crescere. La nostra forza è proprio nella diversità. La Bottega è composta in maggioranza da associazioni di promozione sociale, ma ci sono anche imprese sociali, cooperative, fondazioni quindi tutte hanno una visione diversa ma sempre legata al terzo settore. La principale ricchezza è rappresentata proprio dai numerosi soci e dalla loro unicità. Tenere insieme tante anime è sicuramente complesso, ma si può fare perché ognuno può dare il proprio contributo per progettare.
Bottega propone percorsi di valutazione partecipata con i soci per raccogliere istanze rispetto alle attività del terzo settore. perché tante sono ancora le problematiche che devono essere superate di una riforma che non è arrivata a completo compimento. Pensiamo a momenti di formazione e facilitazione per creare reti di scambio di buone pratiche e servizi di consulenza, ma anche informazioni documentazione e logistica. C’è grande entusiasmo e vogliamo lavorare affinché ci sia una visione in evoluzione per Ascoli, le aree interne e la zona costiera.
I Sestieri sono entrati solo da poco nel Terzo Settore. Come è stato questo passaggio e quale sarà il contributo che i quintanari potranno dare al territorio?
Il passaggio dei sestieri al terzo settore è stato sicuramente un momento molto complesso. Abbiamo e stiamo attraversando un grande cambiamento, epocale direi. Ma è stato affrontato grazie alla collaborazione fattiva di tutti i sestieri. Questi sono luoghi sociali di aggregazione che possono dare un contributo importante ad Ascoli.
I Sestieri, diventando associazioni di promozione sociale si possono aprire ulteriormente al territorio e a tutte le manifestazioni che riguardano il Piceno recitando un ruolo attivo. Possono essere parte propositiva di una nuova progettualità che metta al centro progetti in campo culturale, turistico, sociale e di inclusione per migliorare la rievocazione. Con la “Notte dei Colori” che si è chiusa da poco si voleva proprio raggiungere questo tipo di obiettivo. Una grande festa che abbracciasse la Quintana e Ascoli in un percorso nuovo, di partecipazione attiva che ponesse le basi per una nuova coesione e per rendere concreto quel welfare di comunità di cui abbiamo bisogno se vogliamo far crescere il nostro territorio e la Quintana.
A cura di Veruska Cestarelli