Il bresciano Arsenio Frugoni venne a mancare nel pieno della vita e dell’attività scientifica in un incidente d’auto, insieme al figlio Giovanni, il 31 marzo 1970. Aveva insegnato Storia medievale alla Normale di Pisa e all’Università di Roma. È stato uno tra i maggiori storici italiani del Novecento e i suoi studi si concentrano su problemi di storia della Chiesa, dal Medioevo alla Controriforma.
La storia coscienza di civiltà
Tra i suoi tanti saggi (continuamente ripubblicati) si possono ricordare: “Arnaldo da Brescia nelle fonti del secolo XII; “Incontri nel Medioevo”, “Storia della pittura in Italia”. Recentemente è stato ripubblicato “La storia, coscienza di civiltà” con uno scritto della figlia Chiara Frugoni, anch’ella medievista, che fa ancora una volta i conti con il magistero e con l’esempio del padre.
Il mestiere di storico
Questo libretto di Arsenio Frugoni insiste sulla responsabilità etica e civica di chiunque eserciti il “mestiere di storico” su di sé e di fronte alla società nella quale vive. L’espressione “mestiere di storico” è mutuata da uno degli studiosi che per lui fu un costante punto di riferimento: Marc Bloch, “martire della libertà” e fucilato perché “resistente” il 16 giugno 1944. Lo studioso francese sosteneva che lo storico è “come l’orco della fiaba”, attratto sempre dall’odore umano e metaforicamente desideroso di carne umana. Altri maestri da Frugoni apprezzati sono stati: il belga Henri Pirenne, “creatore della storia del Belgio, […], e della sua anima nazionale”; e l’olandese Johan Huizinga, “l’acuto analizzatore con partecipe sensibilità della crisi dei valori della civiltà europea”. Nel libro sono presenti anche storici italiani, come Benedetto Croce e Federico Chabod.
Un invito a conoscere il passato
Per lo storico bresciano, “il secolo della scienza e della tecnica, che ha sconvolto i concetti tradizionali di spazio e di tempo, sembra guardare soltanto al futuro e intento a rappresentarselo ora meraviglioso ora terrificante, essersi dimenticato del passato e della sua continua e incancellabile incidenza sul presente”.
Ma la storia è un invito a conoscere il passato per un impegno di vita nel presente e scrivere storia, leggere storia, è pensare. “Un pensare che dilata la nostra umanità, la inserisce nei concreti problemi dell’esistenza, e dà a questa le sue ragioni e le su mete”. Sì, la storia esige un impegno totale di comprensione, che parte dalla pienezza di vita e che più ampia e profonda diventa per la ricchezza, la complessità, l’urgenza dei problemi che lo storico avverte e suscita in se stesso. Insomma, “l’incontro con la storia è l’occasione per gli uomini di capire se stessi e anche di misurarsi quanto sono disposti a pagare per capire, serenamente, gli altri uomini”.
Le funzioni dello storico
Un altro tema che Frugoni sviluppa riguarda le varie funzioni che lo storico ha assolto lunghi i secoli e allinea una serie di risposte, ma tutte indicano l’importanza che ha sempre avuto la storia nella nostra civiltà occidentale. “I Greci e i Latini, primi nostri maestri, erano popoli storiografici. Il cristianesimo è una religione di storici. Storici perché nella storia si inserisce il dramma della Redenzione, tra la Caduta e il Giudizio. Ma anche per coloro che non vivono la vita come pellegrinaggio cristiano, la storia è sempre stata la giustificazione per il senso di una tradizione, di una condizionante eredità, del loro travaglio creativo. Il senso, se si vuole, profondo, ‘perché non possiamo non dirci cristiani’, noi occidentali”.
L’impegno civile
L’impegno civile di Arsenio Frugoni, come ricorda la figlia Chiara, si è profusa durante la seconda guerra mondiale, quando “ha rischiato più volte la vita salvando decine di persone al tempo della Repubblica di Salò, un’attività di cui non ha mai parlato”. Cade quindi a proposito la recente pubblicazione dello storico Gianni Sofri, che fu suo allievo, “L’anno mancante. Arsenio Frugoni nel 1944-45”, il Mulino, 2021, in cui viene fuori il ritratto di un uomo di grande coraggio e coerenza.
Arsenio FRUGONI, La storia, coscienza di civiltà, Brescia, Scholé, 2020, pp. 91, € 10,00.
Luciano Luciani