Il Settore Giovani dell’Azione Cattolica diocesana quest’anno ha voluto dedicare un camposcuola ai giovani (18-30 anni) dal 1° al 4 settembre a Carpineto.
L’equipe diocesana non ha avuto dubbi su quale titolo potesse riassumente meglio lo spirito di questo campo, il primo dopo i due anni di fermo a causa della pandemia da Covid-19: “Sono ACasa!”, l’esclamazione più bella che il cuore di ciascun giovane possa provare. Dopo un lungo periodo di incertezza legato alla pandemia che ha segnato la vita di ciascuno di noi, l’esperienza del campo torna a farci brillare gli occhi. È stata l’occasione per ripercorrere la nostra storia personale, per scavare e valutare lo stato delle nostre radici e della linfa che lo nutrono, guidati dall’esperienza e dalle parole del profeta Neemia.
Il percorso dei giovani
Ai giovani di AC è stato proposto un percorso attraverso la memoria, per poi scegliere di uscire, mettersi in cammino tornando a vivere a pieno la nostra “Gerusalemme”, per arrivare alla consapevolezza che, dopo un periodo di esilio, di nostalgia e tristezza, il Signore ci prende per mano e si mette in viaggio con noi.
Dio sceglie di affidare a ciascuno di noi la missione di coinvolgere tutti, nessuno escluso, per ricostruire con cura la sua casa, dandoci la responsabilità di disegnarlaa secondo le necessità e le peculiarità di chi la abita. Una casa abitata dal Signore è uno spazio di fraternità, in cui il pianto di angoscia si muta in un pianto che commuove e riveste di gioia. Quando facciamo esperienza di questo amore, l’unica priorità è fare festa «perché il Signore ci ha redenti, ci ha perdonato e ha fatto nella nostra vita quello che ha fatto con il suo popolo».
Tante le testimonianze
Guidati dall’amico Don Daniele De Angelis, abbiamo fatto tesoro di tante e intense testimonianze: una vera e propria valanga di vite, vissute sotto la luce dell’amore di Cristo.
Il venerdì sera abbiamo incontrato il Prof. John Libbi, referente pastorale giovanile, che ci ha riportato l’esame dell’ascolto sinodale dei giovani della nostra diocesi; il sabato mattina abbiamo conosciuto l’esperienza della casa-famiglia “Manuela” di Gioacchino e Claudia della Comunità Papa Giovanni XXIII a Campli; il sabato sera abbiamo ospitato una tavola rotonda con il nostro Presidente diocesano Mario Del Gatto tra le varie realtà locali che concorrono al bene della comunità (Don Alessio Cavezzi responsabile della CARITAS e cappellano del carcere, Margherita Anselmi della Pastorale Giovani, Alfredo Gagliardi del PAS, Roberta Giovannozzi e Emma Capugiani del Centro SILOE, Anita Gasparrini del CAV); la domenica mattina abbiamo ascoltato la straordinaria esperienza di Francesco Campanelli (“Ciampa” per gli amici) come missionario in Perù.
Tante testimonianze di vita piena – che raccontano quanto l’amore di Dio e la gioia che questo amore trasmette siano tanto grandi da non riuscire a non donarli al prossimo –, ma anche momenti di spensieratezza e gioco da passare insieme, come l’uscita al Parco Avventura al Colle S. Marco, la partita dell’Ascoli Calcio o i momenti di riposo in struttura.
Quattro giorni di cui avevamo bisogno per noi, per stare insieme, per tornare a sentirci parte di una “grande famiglia” e dirci di nuovo “Sono a casa!”. Un campo che ci ha lasciato una grande gioia, la stessa di cui parla Neemia quando scrive: «Non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza».