Le festività emidiane stanno per giungere al culmine, con l’Offerta dei Ceri che si terrà domani, il momento la Quintana, con i suoi Sestieri, incontra ed omaggia il suo Patrono e la giornata del 5 agosto, giorno in cui in città si celebra S. Emidio.
La mattina del 5 agosto, all’alba, si tiene la tradizionale benedizione del basilico, pianta associata al nostro patrono. Il vescovo, durante l’intervista rilasciata a radio Ascoli, ai microfoni di Pina Calisti, ci spiega il significato di questo gesto.
Si tratta di un gesto molto bello. Noi sappiamo che la tradizione vuole che il basilico fiorisca intorno alla tomba di Emidio, però è importante chiedersi perché proprio questa pianta e non altre.
Il basilico, infatti, significa “la pianta del re”. C’è la convinzione che Emidio e i suoi compagni martiri, pur subendo il martirio, si siano comportati in maniera regale. In effetti, secondo la visione Cristiana, il battesimo ci fa figli di Dio e questo significa anche dotati di regalità. “Re, sacerdoti e profeti” dice la liturgia. “Re” significa persone libere, protagoniste della loro vita, protagoniste della loro comunità e del loro territorio, protagoniste della storia, non persone condannate a subire la realtà, ma chiamate a cambiarla.
A me mi piace moltissimo fare la benedizione del basilico e consegnare il basilico dicendo a tutti:
«Guarda che tu sei re, non sei condannato a subire la storia, ma sei chiamato a trasformarla; questa è la regalità che il Signore ti comunica, che Dio ti ha dato fin da quando sei al mondo».
Per questo, il basilico è un simbolo molto potente