di Chiara Stipa e Margherita Anselmi

L’obiettivo è ambizioso: passare dalla «decrescita felice» di grillina memoria alla «sostenibilità integrale». Ovvero superare «la crescita infinita e illimitata» e riportare l’uomo a una visione più realistica dei suoi limiti. Quindi la 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani si propone di guidare il «cambiamento di epoca».

Lo farà a Taranto (21-24 ottobre 2021) – città-simbolo con l’Ilva che combina problema ambientale e problema lavorativo, inquinamento e sviluppo – sul tema «Il Pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #Tuttoèconnesso», argomento pensato per dare concretezza alle encicliche di papa Francesco. Per prima alla «Laudato Si», ma che ora è riletta alla luce anche di «Fratelli tutti» e che deve fare i conti con la pandemia mondiale.

I temi fondamentali

Ci sono alcuni temi di fondo, nell’«Instrumentum laboris» reso noto il 19 novembre 2020. Il primo è sul limite umano: «L’intervento dell’essere umano sulla natura è spesso dominato da interessi che mirano allo sfruttamento della natura e delle persone. Da qui nasce l’idea di una crescita infinita e illimitata». Il secondo è collegato allo smarrimento del «senso autentico della trascendenza di Dio e della natura, che porta alla menzogna sulla disponibilità infinita di beni nel Pianeta».

«Quella ecologica è una questione spirituale».

Urge un nuovo umanesimo che abbracci anche la cura della casa comune». Per cui serve un modello di comprensione più integrale che punta a «sostenere e orientare un modello di sviluppo capace di ridefinire il rapporto tra economica ed ecosistema, ambiente e lavoro, vita personale e organizzazione sociale». Per realizzare questo ci vuole «una transizione ecologica» con un’economia circolare. In altre parole, si rimette nel ciclo di produzione ciò che è stato già prodotto, scartato e non utilizzato, considerando, come Papa Francesco, «la cultura dello scarto» come un «démone».

La sanità è un bene pubblico diffuso: di qui la necessità di progettare un nuovo equilibrio tra famiglia e lavoro, un nuovo rapporto tra tempo libero e produttività. Questo è possibile solo con una politica orientata al bene comune. Un progetto ambizioso che realizzi un piano pluriennale di investimenti. Nella Settimana Sociale saranno presentate diverse buone pratiche, si punterà a far sedimentare nelle diocesi la Laudato Si e la Fratelli Tutti.

La Settimana Sociale punterà i riflettori sul rapporto tra ecologia ed economia, tra ambiente e lavoro, tra crisi ambientale e crisi sociale, nella consapevolezza che «non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale».

Il nuovo umanesimo

Lo sguardo contemplativo di San Francesco d’Assisi è il punto di partenza originale che nasce dalla lode per il dono della creazione e si traduce nel prendersi cura delle ferite dell’altro e della casa comune secondo lo stile del buon samaritano. In definitiva è il nuovo umanesimo proposto dal Papa.

L’ecologia integrale è la direzione indicata dalla Laudato Si’ che unisce l’ecologia ambientale con quella sociale, con la cultura, con l’ecologia della vita quotidiana. Ed inoltre denuncia le ferite e gli abusi, per costruire il bene comune globale che abbraccia anche la casa comune. Tuttavia si tratta di un approccio, anche spirituale, che mira ad un’analisi multidisciplinare.

Non c’è bene comune senza giustizia sociale e lotta alla disuguaglianza.

Quindi occorre ridurre, i rischi ambientali e di salute. La vicenda di Taranto permette di capire che mettere in alternativa ambiente e lavoro, lavoro e salute, crea un’ingiusta contrapposizione con ricadute disastrose dal punto di vista ambientale, sociale e sanitario. Sono numerose le “buone pratiche” imprenditoriali, amministrative e familiare nel nostro Paese che rappresentano modelli virtuosi ed esempi da imitare.

Se la pandemia ha messo in evidenza che “siamo tutti sulla stessa barca” e che “nessuno si salva da solo”, le Chiese locali, le associazioni, i movimenti, le aggregazioni sono chiamati a camminare insieme. Per cui la Chiesa italiana vuole dare un contributo alla formazione di un nuovo modello di sviluppo di cui il mondo ha urgente bisogno.

I delegati della Diocesi di Ascoli Piceno

I Delegati alla Settimana Sociale della Diocesi di Ascoli Piceno saranno Margherita Anselmi, don Giuseppe Capecci e Chiara Stipa. Avranno quindi il compito di raccontare alla nostra comunità tutte le suggestioni, gli approfondimenti e le esperienze che ascolteranno a Taranto.