Carissimi lettori vi saluto tutti con affetto sincero. Sono stato chiamato, dalla Vita Picena, a raccontare l’esperienza che mi ha portato ad essere ordinato diacono per la diocesi di Ascoli Piceno. Con molto piacere condivido con voi la gioia e l’amore di cui sono stato pervaso dal Signore in questi giorni.
Mi chiamo Attilio Strappelli e sono di origini abruzzesi. Per la precisione sono nato a Giulianova (TE) una ridente città di mare a vocazione turistica ove lavoro come albergatore. Sono sposato con Martina dal 12 settembre 2009 e abbiamo 2 bambini, Rachele di 10 anni e Gioele di 8 anni.
Il cammino di fede
La mia esperienza di fede è molto variegata. Ho fatto il cammino neocatecumenale per 12 anni. In questo arco temporale ho esperimentato anche la missione in Giappone come seminarista “Redemptoris Mater ” di Takamatsu.
La mia vita di seminarista continua. Al rientro in Italia entro nel seminario di Chieti, convinto che la mia vocazione era quella sacerdotale, ma il Signore aveva pensato altro per me.
Infatti durante gli anni di seminario, aiutato dal vescovo mons. Vincenzo D’Addario, di venerata memoria, e dai formatori del seminario presi la decisione di riflettere su una vita alternativa al sacerdozio. Chiesi al Signore quale fosse, per me, la sua volontà. E se desiderava per me il matrimonio, doveva trovare per me una ragazza cristiana.
E la volontà di Dio non tarda a manifestarsi. Nell’autunno del 2006 incontrai mia moglie. Mi innamorai di lei la prima volta che la vidi era bellissima e il cuore mi batteva forte. Ci fidanzammo ufficialmente il 14 febbraio 2007. Il nostro rapporto era basato sulla fede. Non vi era domenica che non andassimo a messa insieme. Per il resto fu una relazione normale, come tutte le altre, non è che fossimo dei marziani. Solo mettemmo Gesù fra noi due. Ci sposammo 2 anni più tardi, consapevoli del fatto che il nostro matrimonio era sostenuto dal Signore e andammo a vivere ad Ancarano. Da questo amore sono nate 2 stupende creature. Rachele e Gioele, doni grandi del Signore e letizia dei nostri cuori. Così abbiamo iniziato la nostra avventura di genitori; un’avventura stupenda.
Essere diacono
Con il passare del tempo sentivo che il Signore mi chiedeva un impegno più intimo nella sua Chiesa. Riflettei sulla possibilità di mettermi a servizio della Chiesa attraverso il diaconato permanente.
Su questo tema, prima di iniziare la mia formazione, ne ho più volte fatto menzione a mia moglie affinché anche lei mi aiutasse nel discernimento. Questa valutazione comune della volontà di Dio è andata avanti per circa 2 anni.
Dopodiché, d’accordo anche la mia sposa esternai a don Devis il desiderio che avevo nel cuore e lui mi presentò al vescovo mons. D’Ercole che mi accolse e così iniziò la mia formazione per diventare diacono.
Ho fatto 7 anni di formazione, sia nella mia parrocchia di Ancarano come catechista, lettore e accolito. Sia con incontri mensili che tenevo insieme ai miei fratelli diaconi e aspiranti tenuti da don M. Cataldi che è l’incaricato diocesano per la formazione dei diaconi permanenti.
Poi durante il periodo estivo, essendo io albergatore, il cappellano dell’ospedale di Giulianova, mi ha chiesto di aiutarlo per portare la comunione agli ammalati. Esperienza bellissima che mi ha aiutato ad entrare nella realtà della sofferenza e a comprendere che essa ha senso solo se vissuta alla luce di Cristo.
Poi la chiamata all’ordinazione. La presentazione fu fatta al nuovo vescovo mons. Palmieri da don Mario. Nel primo incontro di presentazione di noi candidati al ministero e dei diaconi della diocesi con il neo vescovo, queste furono le parole di don Mario: “lui è Attilio ed è pronto per l’ordinazione “. Io mi sono fatto tutto rosso perché non me l’aspettavo minimamente. Volevo quasi scomparire. Ma quando sono andato a chiedergli se avesse avuto il piacere di avermi come suo diacono subito ha risposto con un sì con un caloroso abbraccio.
Ho compreso lì in quell’abbraccio che il vescovo mi vuole bene e io ne voglio a lui. Ed era solo il preludio dell’abbraccio che mi avrebbe dato il 2 ottobre scorso, giorno in cui sono stato ordinato diacono.
Era l’abbraccio di chi si vuole bene gratuitamente ed è unito da quello Spirito che solo il Risorto può donare.
Pregate per me.
di Attilio Strappelli