Visita ai presepi nel giorno di Santo Stefano

Negli anni passati, nel giorno di Santo Stefano, molti ascolani, per tradizione, seguendo una sorta d’itinerario, di chiesa in chiesa, visitavano i vari presepi realizzati in città. L’interesse e il flusso dei visitatori erano stati sempre molto alti, come pure molteplici erano i consensi, al punto che in tutte le parrocchie erano affisse le locandine dove figuravano elencate le chiese della città con indicati gli orari di apertura e dove era possibile visitare il presepio fino alla prima decade di gennaio.

Nascita del presepe

Grandi o piccoli, tradizionali o tecnologici, i presepi ci trasportavano nel mondo fatato dell’infanzia, immergendoci nel clima natalizio, facendoci assaporare quella che dovrebbe essere la vera essenza del Natale. Tradizionalmente italiano, il presepe è stato realizzato da san Francesco, a Greggio, dove nella notte del 24 dicembre del 1223 allestì la natività. Era nato, quindi, il primo presepe della storia. Causa la pandemia, il lockdown e le misure di contenimento del contagio, lo scorso anno non si fece nulla mentre quest’anno ci si è limitati quasi all’essenziale.

I presepi del Centro Storico

Per quanto riguarda il Centro Storico, nella chiesa della Madonna del Buon Consiglio, parroco don Beniamino Ricciotti, i visitatori potranno ammirare il piccolo e splendido presepe, che è un capolavoro dell’artigianato. Guardando attentamente, si potranno vedere, oltre ai personaggi, i piccoli oggetti da lavoro usati all’epoca, realizzati curando i minimi particolari.

Nella chiesa di San Pietro Martire, parroco don Emidio Fattori, la natività è stata realizzata ai piedi dell’altare con diversi personaggi. La Sacra Famiglia, il bue e l’asinello, cinque figure di media grandezza, fanno bella mostra di sé ai piedi dell’altare del tempio monumentale di San Francesco, rettore padre Danilo Marinelli.

Il solo Gesù Bambino a braccia larghe, quasi a voler abbracciare il mondo, è la figura esposta nella chiesa di Sant’Onofrio, madre abbadessa suor Sophia Gitahi, con alle spalle l’ostensorio contenente l’Ostia consacrata.

La cattedrale di Sant’Emidio, intitolata a Maria col titolo di “Madre di Dio”, parroco don Luigi Nardi, espone un presepio perenne, di stile napoletano, realizzato dall’allora parroco don Angelo Ciancotti, situato all’interno di una nicchia, sul lato sinistro dell’ingresso. Pastori, artigiani, lavandai, pescatori, contadini, animali, ruscelli, laghetti, persino l’alternarsi del giorno e della notte. È il complesso di arditi meccanismi che da vita a due presepi perenni, realizzati nella chiesa del Carmine, aperta solo il sabato, alle ore 17, in occasione della celebrazione della messa.

L’auspicio

“Speriamo che questa consuetudine, una volta finita la pandemia, possa mantenersi viva anche tra le giovani generazioni – ha evidenziato Eclite Albertini – perché non vorrei che questa bella tradizione andasse perduta”. In ogni caso, resta il fatto, che i presepi, siano essi storici, popolari o moderni, con i loro paesaggi e le loro statuine, testimoniano la viva religiosità e la forte identità culturale della comunità ascolana.

di Roberto Cestarelli

TEMPO DI VISITA AI PRESEPI: ECCO QUELLI DEL CENTRO STORICO
TEMPO DI VISITA AI PRESEPI: ECCO QUELLI DEL CENTRO STORICO
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