Il Museo Diocesano di Ascoli Piceno riapre al pubblico lunedì 3 luglio , alle ore 10, con la benedizione del vescovo Gianpiero Palmieri e l”ingresso gratuito per i primi quindici giorni.
Un evento a lungo atteso, dopo la forzata chiusura dovuta al sisma del 2016. «Dopo il terremoto – spiega il vescovo – riapre finalmente il museo diocesano, che proprio a causa del sisma si è arricchito di opere che provengono dalle zone terremotate e che sono per il momento qui custodite, in attesa di tornare nei luoghi da cui provengono, che sono il loro habitat culturale naturale. Siamo molto contenti di questa opportunità, grati a chi ha lavorato a questo nuovo allestimento, mi riferisco al professore Michele Picciolo, e felici di poter di diffondere la notizia della presenza ad Ascoli di un museo diocesano che contiene opere di valore inestimabile, soprattutto dal punto di vista culturale e pastorale».
Una collezione rinnovata e triplicata
Dopo il terremoto, la pandemia e un lungo iter di interventi e restauri al palazzo vescovile, peraltro non ancora conclusi, questa riapertura costituisce un evento di grande rilevanza culturale. Pregevolissime opere di pittura scultura e argenteria, databili tra il XIII e il XX secolo, sono restituite alla pubblica fruizione attraverso un allestimento che si snoda in ambienti grande suggestione passando da 5 a 14 sale espositive.
«La nuova collezione che il museo diocesano oggi custodisce – aggiunge il nuovo direttore del museo diocesano Marco Lattanzi – è prestigiosa sotto molti aspetti e contiene opere, per esempio i tessili, unici nel panorama nazionale e internazionale, e numerosi oggetti liturgici di grande valore culturale e pastorale, incarnati nel territorio. Il museo diocesano di Ascoli è stato aperto dal vescovo Morgante nel 1961 ed ha già un suo regolamento nel 1971, in anni precoci rispetto alla grande riflessione scientifica che la commissione arte sacra promuove all’inizio del nuovo secolo. Su questi principi noi ci vogliamo muovere: su principi di identità delle comunità e sul fatto che essere “in” sistema con le altre realtà museali, per promuovere un lavoro in sinergia nel rispetto delle singole identità culturali spirituali».
L’approccio pastorale
Mons. Gianpiero Palmieri, poco dopo la sua venuta nella diocesi di Ascoli, ha intuito subito l’importanza e il potenziale della raccolta di arte e fede e accogliendo gli indirizzi in materia espressi dalla Santa Sede, si è immediatamente attivato per la riapertura in una prospettiva pastorale e catechetica dell’arte sacra intesa non nella mera raccolta di “pezzi da museo” ma in beni culturali ecclesiastici “vivi” che per motivi di sicurezza, di fruizione ecc. vengono a trovarsi in un contesto diverso da quello per cui sono nati.
L’Ufficio Beni Culturali ed Ecclesiastici
«Noi mettiamo a disposizione l’esperienza accumulata da quando esiste l’ufficio per i beni culturali ed ecclesiastici – afferma don Elio Nevigari – e cioè da quando don Stefano Russo viene nominato presidente della commissione arte sacra, negli anni in cui la CEI stabilisce che presso ogni diocesi debba essere eretto un ufficio apposito che segua il settore riguardante i beni culturali ecclesiastici. Un compito di supervisione, di raccordo tra istituzioni e di valorizzazione e promozione. Siamo partiti dal museo che ci arriva da Mons. Morgante. I primi tempi lui stesso lo apriva a richiesta. Poi, man mano che cresceva la sensibilità del valore di questo museo, ci si è resi conto che l’apertura andava implementata. Questo fu possibile grazie ai volontari, che all’inizio era persone in pensione, poi l’ufficio stesso ha promosso la formazione di volontari che fossero preparati a prestare il proprio servizio in un’istituzione particolare, proprio per la missione che il museo diocesano riveste. Cominciò quindi l’esperienza dei corsi annuali, cui partecipavano ragazzi che attraverso gli stage garantivano l’apertura del museo, che aveva allora cinque sale. Oggi l’allestimento è triplicato, anche nella varietà delle arti rappresentate, ed anche se i lavori proseguono in altre aree del palazzo siamo finalmente pronti a riaprire».
Gli operatori che accoglieranno i visitatori nel Museo, infatti, sono formati dal “Corso di formazione per volontari dei beni culturali ecclesiastici” organizzato fin dal 2003 dall’Ufficio Arte Sacra e Beni Culturali della diocesi di Ascoli Piceno con la collaborazione dell’Associazione Culturale di Volontariato ASCULUM 2000 O.D.V.
Un museo “in cantiere”
«Il nostro museo diocesano riapre lunedì – conclude il vescovo Palmieri – ed è attualmente una sorta di cantiere, visto il tanto lavoro che c’è da fare. Per esempio, sarà presto possibile leggere anche la provenienza delle opere (oltre che nome e autore) e seguiranno interventi per rendere l’accesso al museo più facilmente fruibile alle persone con disabilità, il cui ingresso è oggi garantito dall’ascensore dell’Episcopio. Saranno inoltre organizzate, negli orari di chiusura del museo, visite guidate dedicate ad alcune categorie che volevamo valorizzare in modo particolare: sacerdoti, religiosi e religiose; insegnanti e dirigenti; guide turistiche abilitate; forze dell’ordine; associazioni di categorie; giornalisti. Presto saranno messe a disposizione brochure e guide scaricabili con Qr Code, in modo che anche i visitatori singoli possano essere introdotti alle opere. L’approccio che vorremmo costruire è pastorale, cioè teso a far capire l’ambiente d’origine dell’opera, che nasce da una dimensione di fede. Da qui la preoccupazione della formazione di chi farà da guida ai visitatori».
Orari di apertura e informazioni
Il museo diocesano, che apre il 3 luglio prossimo, fino al 31 agosto sarà aperto dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’ufficio Arte e Sacra e Beni Culturali, dal lunedì al venerdì (9,30-12,30) 0736.282883 – e-mail: info@museodiocesanoascoli.it
di Stefania Mistichelli