La “Passione di Christo secondo Giovanni” è il titolo dell’opera che sarà eseguita, per la prima volta da un coro femminile, stasera venerdì 31 marzo a Porto D’Ascoli nella chiesa di Cristo Re alle ore 21 e domenica 2 aprile alle ore 18 ad Ascoli, nella chiesa dei Ss. Vincenzo ed Anastasio. Successivamente l’opera sarà eseguita, solo in forma di concerto, a Maltignano nella chiesa di Santa Maria Nuova martedì 4 aprile e a Pineto nella chiesa di Sant’Agnese mercoledì 5 aprile.
Protagonista di questa innovazione il Sibyllaensemble, nato nel 2018 nel seno dell’associazione AscolIncanto, su proposta, e grazie alla riscrittura, del maestro Carmine Leonzi.
La genesi del concerto
«Poco dopo aver fondato il coro – spiega la presidente Silvia Frillici – c’è stata la pandemia. Quanto abbiamo ripreso le nostre attività, abbiamo chiesto al M° Leonzi di dirigerci e lui stesso, nonostante noi fossimo abituate a repertori moderni e contemporanei, ci ha proposto la Passione di Christo secondo Giovanni di Francesco Corteccia, scritta e finora eseguita solo da voci maschili. Ha quindi trascritto l’opera in voci femminili, noi abbiamo studiato moltissimo e, infine, l’abbiamo messa in scena anche grazie al contributo del regista Giovanni Nardoni. Il testo dell’opera è in italiano, intervallato da quadri musicali a quattro voci che rappresentano la storia della passione di Gesù scritti in latino, che noi abbiamo pensato di tradurre in italiano nei programmi di sala per favorirne la comprensione, dato che non siamo più avvezzi alla lingua latina nelle preghiere. Abbiamo chiamato come narratore, per le prime due rappresentazioni, Riccardo Mei, attore e doppiatore della Rai, ascolano di origine, e per le seconde due, che non faremo in forma scenica ma solo come concerto, Stefano Traini».
La riscrittura dell’opera
Una gestazione durata circa un anno, a partire dalla trascrizione dell’opera da parte del M° Carmine Leonzi. «Questa opera l’ho scoperta e registrata con un coro maschile, cui Corteccia si è riferito nel 1527 – spiega il direttore – e la riscrittura non ne è uno stravolgimento, perché nel 1527 le donne nella musica sacra non cantavano, ma venivano sostituite da sopranisti e contraltisti, spesso rafforzati da strumenti musicali. Questa trasposizione per coro femminile significa utilizzare un coro a voce pari, in questo caso composto da sole donne, ma gli equilibri rimangono gli stessi. Ci siamo concentrati sul contestualizzare questa opera, ritenendola quasi una manifestazione dello spirito, tanto che io non la vedo, ad esempio, eseguita in un teatro. La location che abbiamo trovato, in questo senso, è eccezionale. Già durante le prove generali, ci siamo sentiti nell’habitat naturale della Passione. Una piccola particolarità sarà iniziare il canto dalle radici, cioè dalla cripta. Per quanto riguarda la lingua, Corteccia ha scelto il “fiorentino” alternato al latino per un motivo didattico, intendendo questa opera come una “bibbia dei poveri”, che fosse comprensibile dal popolo».
La regia
La messa in scena sarà supportata e valorizzata dalle scelte concordate con il regista Giovanni Nardoni. «Sobrietà ed eleganza – afferma Nardoni – queste sono le parole chiave della cornice che abbiamo creato attorno al canto, con l’unico obiettivo di suscitare emozioni. L’ascolto si impreziosisce con un alcuni elementi di colorazione dell’ambiente architettonico, straordinario di per sé, e per l’equilibrio ritmico tra la voce narrante e il canto, sottolineato da un gradiente di luminosità diverso».
La messa in scena è stata resa possibile grazie al supporto di Comune di Ascoli, Regione Marche, Diocesi di Ascoli e Fondazione Carisap. L’ingresso a tutti e quattro gli appuntamenti è libero.
di Stefania Mistichelli