Mercoledì sera, intorno alle ore 18.20, l’effige della Madonna delle Grazie, compatrona con S. Emidio della Città e della Diocesi di Ascoli Piceno, ha lasciato la Chiesa di S. Giacomo della Marca per raggiungere la Chiesa della Madonna del Buon Consiglio, temporaneamente sede della Parrocchia del SS. Crocifisso, il cui parroco è don Alvaro Campanelli e vice don Nunzio Lucidi.
Il mese Mariano
Il mese di maggio, com’è noto, è il mese dedicato alla Vergine Maria, il mese del Rosario. Ad Ascoli Piceno, in passato, il culto Mariano era molto diffuso, ed ha lasciato tracce di sé attraverso numerose testimonianze artistiche fin dal medioevo. La piccola tavola della Madonna delle Grazie, racchiusa in una cornice barocca di legno dorato, opera attribuita a Pietro Alemanno (sec. XV), ne è l’esempio. Di norma, è conservata nel museo diocesano, mentre attualmente, una copia, è utilizzata per un giro ispirato a devozione nelle chiese ascolane.
La Madonna del Giro
“In passato – ha ricordato il parroco del SS. Crocifisso don Alvaro Campanelli – l’effige della Madonna delle Grazie si trovava all’interno della chiesa di S. Maria della Carità (detta della Scopa) e, ogni anno, nei periodi di Quaresima e Pasqua, era portata, di chiesa in chiesa, presso le varie parrocchie della diocesi. Da qui l’appellativo di “Madonna del Giro”.
Elevazione a patrona della città
Nel 1961 il vescovo Marcello Morgante riuscì a far dichiarare la Madonna delle Grazie, dal Papa Giovanni XXIII, patrona della città. Il titolo di Patrona della Diocesi, detenuto insieme S. Emidio, porto ad essere venerata all’interno Cattedrale. La cappella si trova sulla sinistra del presbiterio, sul cui altare vi è un tabernacolo rinascimentale dove è posta una copia dell’immagine.
L’itinerario della Madonna delle Grazie
Dopo essere stata a S. Giacomo della Marca, per un’intera settimana, l’effige della Madonna delle Grazie soggiornerà all’interno della Chiesa della Madonna del Buon Consiglio. Qui rimarrà esposta per una settimana al culto dei fedeli. Poi, si trasferirà nella chiesa di Sant’Agostino, sede temporanea della parrocchia di San Pietro Martire. Tante parrocchie e famiglie, sulla scia di tradizioni religiose ormai consolidate, continuano a fare di maggio un mese “mariano”. Questo porta la moltiplicazione di fervorose iniziative liturgiche, pastorali, anche mediante la recita del santo Rosario.
Il Rosario ieri ed oggi
Anni addietro, il Rosario in famiglia era uno degli atti più solenni e preziosi della vita familiare. Era il mezzo per elevare la mente, rasserenare i cuori, trovare conforto nelle sofferenze, educare i fanciulli. Era un momento per unire i cuori dei familiari e volgerli tutti a Dio. Il Rosario, era davvero la preghiera familiare per eccellenza. Una preghiera semplice, apparentemente ripetitiva, ma quanto mai utile per penetrare nei misteri di Cristo e della sua e nostra Madre. Oggi, purtroppo, sono in molti a chiedersi se tutte le famiglie cristiane apprezzano ancora o, addirittura, se conoscono la preghiera del Rosario. In molti, e forse sono la maggioranza, oramai lo considerano un costume ormai sorpassato. Non proprio un un segno confortevole per la vita cristiana.
di Roberto Cestarelli