La comunità francescana festeggia Sant’Antonio da Padova (protettore dei muratori), che cade domenica 13 giugno prossimo. La cura e l’animazione spirituale del tempio monumentale di San Francesco, com’è noto, sono affidate ai religiosi francescani dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali (OFMConv.). In occasione della festività la comunità ascolana dei frati, lunedì scorso, ha dato il via alle iniziative.
Il programma
Dal lunedì 31 maggio al sabato 12 giugno, ci sarà la Tredicina di preparazione, predicata da padre Gabriele Lupi OFMConv.
- Ore 18,00 – recita del Santo Rosario;
- Ore 18,30 – Santa messa con omelia.
Domenica 13 giugno – Festa del Santo
- SS. Messe alle ore 7,30 – 10,00 – 12,00;
- Ore 18,00 – recita del Santo Rosario;
- Ore 18,30 – Santa Messa presieduta da Mons. Domenico Pompili, Amministratore apostolico della Diocesi di Ascoli.
La Tredicina
La Tredicina in onore di Sant’Antonio di Padova è una preghiera che vuole ripercorrere le tappe più importanti per cui è venerato il Santo. E’ una delle devozioni più famose che è recitata per tredici giorni in preparazione alla sua festa che, come detto, cade il 13 giugno. Questa forma devozionale nasce dalla credenza che Sant’Antonio conceda ogni giorno ai suoi devoti tredici grazie, oltre, più in generale, alla sua intercessione presso Gesù. La comunità francescana festeggia quindi preparandosi attraverso un percorso di fede e preghiera.
Il Santo dei Miracoli
Anche in vita, Antonio ha operato dei miracoli. Se ne riassumono alcuni. Mentre si trovava a Rimini, inascoltato dalla gente, decise di rivolgersi ai pesci del mare, i quali accorsero intorno a lui per ascoltare le sue parole. Un miracolo che richiama alla mente San Francesco d’Assisi con la predica agli uccelli.
Ci fu il miracolo della mula, quando Antonio, provocato da un miscredente che negava la presenza di Gesù nell’Eucaristia, fu sfidato a dimostrare il contrario. Per farlo, l’eretico chiuse una mula per tre giorni nella stalla, senza mangiare, per poi farla uscire davanti a un mucchio di biada da una parte e Antonio con l’ostia consacrata, in mano, dall’altra. Nonostante la mula fosse affamata, ignorò il cibo e s’inginocchiò davanti al sacramento del corpo di Cristo.
A cura di Roberto Cestarelli