Vi riproponiamo oggi l’intervista al sindaco del Comune di Monsampolo del Tronto Massimo Narcisi, realizzata in occasione dell’ingresso del vescovo Gianpiero nella Diocesi di San Benedetto – Ripatransone – Montalto, uscita sul numero speciale de La Vita Picena, in distribuzione in questi giorni nelle parrocchie del territorio.
L’articolo è di Veruska Cestarelli.
Massimo Narcisi ha battuto il quorum e si è riconfermato Sindaco di Monsampolo facendo registrare una buona affluenza alle urne
Com’è andata la campagna elettorale e quali le priorità da affrontare nei prossimi anni?
E’ stata una campagna elettorale strana, perché per la prima volta accadeva nel nostro territorio che l’avversario da affrontare fosse una percentuale. Abbiamo spiegato ai cittadini cosa sarebbe accaduto se l’affluenza fosse stata bassa. Hanno compreso che si rischiava il “commissariamento” e con grande responsabilità hanno partecipato alla tornata elettorale facendo registrare anche una affluenza di cui siamo soddisfatti. Adesso ci metteremo subito al lavoro perché dobbiamo portare avanti tanti progetti, per i quali abbiamo posto le basi nel primo mandato e che ora dovremo completare nei prossimi cinque anni. Abbiamo appaltato opere per oltre 7 milioni di euro e tanti cantieri sono partiti negli ultimi mesi, altri sono in fase di avvio. La priorità sarà data alle scuole. Gli edifici saranno resi moderni ed efficienti dal punto di vista energetico, ma puntiamo a migliorare un po’ tutti i servizi collegati all’offerta sul territorio per essere sempre più vicino alle famiglie. Un’altra sfida importante è quella di migliorare il centro storico rendendolo sempre più attraente vivibile e interessante per turisti e per tutti i cittadini che volessero scegliere il nostro comune per risiedere.
Come vede il tessuto sociale ed economico e quali sono le problematiche più urgenti ancora da risolvere?
Il nostro territorio ha visto crescere negli ultimi anni tante criticità e la fascia di debolezza purtroppo si è allargata. Abbiamo un’ampia fetta di popolazione che ha lavori saltuari, alcuni sono extra comunitari che hanno difficoltà ad inserirsi nel contesto sociale. Per fortuna però riusciamo a tenere la situazione sotto controllo e i numeri ci permettono di conoscere un po’ tutti i cittadini, le famiglie e questo ci consente di poter creare una rete di relazioni che ci fanno monitorare la situazione.
Quanto è importante la collaborazione tra le istituzioni, la diocesi e le parrocchie?
La collaborazione con le parrocchie è fondamentale. E’ necessario creare una rete di relazioni che possa servire per legare insieme e in modo solido tutte le identità che convivono sul territorio. Come dicevo noi siamo molto fortunati perché abbiamo Kairos che sta lavorando molto bene. L’associazione attraverso numerosi volontari e attivando una bella sinergia con le parrocchie, riesce a mettersi in ascolto delle persone in difficoltà dando un contributo concreto per la soluzione di problemi quotidiani come per esempio la spesa o piccole necessità legate a documenti amministrativi da produrre. E’ una realtà che riesce a dare un valido aiuto e a cui tutti siamo grati per la grande opera che sta facendo perché sta operando per intercettare criticità e disagi e trovare soluzioni concrete.
Un commento e un augurio sull’unificazione tra le Diocesi di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto, Ripatransone e Montalto.
Ho avuto modo di conoscere in questi ultimi anni il Vescovo e sono rimasto subito molto colpito dalla sua grande capacità di unire e di camminare insieme a tutti. E’ una guida solida e un punto di riferimento, che sono certo saprà lavorare bene anche su un territorio tanto ampio e diversificato come l’arcidiocesi. Ritengo che sia una persona che ha tutte le carte regola per poter svolgere questo ruolo e mi permetto di aggiungere anche che dove la politica ha fallito non riuscendo mai ad unire i territori e dove i campanili sembrano avere la meglio, Papa Francesco e Palmieri riusciranno a dare una svolta che potrebbe essere storica.
Sono rimasto molto colpito da un passaggio della lettera scritta dal Vescovo per questa importante occasione. In particolare quando ha affermato di sentirsi sfidato da questo nuovo ruolo assegnato dal Santo Padre e che auspicava che ognuno potesse essere in grado di mettere da parte le proprie velleità identitarie, per costruire una nuova comunità dove niente andrò perduto ma ogni singolo individuo potrà arricchire la collettività portando le proprie peculiarità.
di Veruska Cestarelli