In Ricordo di Giuseppe Bachetti
di don Lino Arcangeli*
In ricordo di don Giuseppe Bachetti: Venerdì 9 aprile, alle ore 17.00, il nostro caro Don Giuseppe ci ha lasciato ed è deceduto all’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto a causa del Coronavirus che lo aveva colpito.
La chiamata al sacerdozio
Don Bachetti era nato ad Ascoli Piceno il 31 marzo 1948. Apparteneva alla parrocchia di Maria SS. Assunta in Venagrande ed è qui che era nata la sua vocazione sacerdotale sulle orme di Don Mario Domizi, suo primo parroco, che per lui è stato la forza motrice della sua vocazione. Il suo temperamento, il suo carattere, gli hanno dato la forza di essere fermo nelle cose in cui credeva. “Se sono sacerdote, diceva, lo devo a lui”.
Fin da piccolo, venne indirizzato agli studi e alla formazione umana e spirituale presso l’Istituto “Cantalamessa” nelle sedi di Grottammare prima e di Ascoli poi, sotto la direzione di Mons. Antonio Moscardi. A sette anni ricevette la Cresima e la prima Comunione. A otto anni, sentì la chiamata al Sacerdozio, ma il Sacerdote che ne curava la crescita e l’educazione, interpellato, gli rispose che era troppo giovane e per questa e per diverse altre motivazioni, la sua richiesta non fu accolta.
Una vita non facile
La vita di don Bachetti non è stata facile, ha dovuto affrontare molti ostacoli, e per prime le vicende di vita della sua famiglia. Il pensiero di diventare sacerdote era per lui una gioia, ma anche un dolore, specie, ogni volta che questo desiderio veniva ostacolato o respinto.
Una vita passata tra un’attività e l’altra per trovare una sistemazione adeguata. Ha creato un’azienda di trasporti, ha provato a crearsi una famiglia, ma era infelice. Ha fatto il marinaio, l’infermiere militare, il circense, l’imprenditore, ma i successi professionali non gli tolsero il desiderio di diventare sacerdote, finché l’11 settembre del 2001 don Giuseppe lasciò tutto ed entrò nel convento dei frati minori cappuccini di Cesena per farsi frate.
Dopo pochi mesi fu inviato a Bologna nell’infermeria provinciale dei Cappuccini a fare da infermiere e accudire e curare una comunità di 12 frati anziani e malati. Successivamente i suoi superiori decisero di fargli studiare teologia, ma non gli permisero di prendere i voti: un altro dolore.
Un sogno che si realizza e ritorno nella sua terra natia
Finalmente nel 2007 Mons. Rabitti, suo professore, diventato Arcivescovo di Ferrara, gli permise di iniziare il suo percorso di preparazione al sacerdozio. Il 10 ottobre del 2009 fui ordinato sacerdote e incardinato nell’Arcidiocesi di Ferrara. Dopo alcuni anni di attività pastorale in detta diocesi, nell’aprile del 2014 don Giuseppe chiese ed ottenne da Mons. Luigi Conti, Amministratore Apostolico di Ascoli, di essere trasferito e incardinato nella Diocesi di Ascoli Piceno. Così potè tornare così nella sua terra natia.
Mons. Giovanni D’Ercole, neo Vescovo di Ascoli lo nominò vicario parrocchiale della Cattedrale e più tardi direttore della casa del clero. Il primo settembre 2015 fu nominato addetto al santuario Madonna delle Grazie ed il 22 febbraio del 2016 assistente ecclesiastico della confraternita della Madonna delle Grazie.
Il 29 maggio 2017 dall’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, Monsignor Santo Marcianò, è nominato Sacerdote Collaboratore del 235° Reggimento “Piceno” in Ascoli Piceno. Il 1° giugno 2018 viene esteso il suo incarico anche al Personale della Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto.
Altri incarichi gli sono stati affidati in seguito:
- Assistente spirituale degli istituti religiosi femminili.
- Cappellano della Casa Madre delle suore pie operaie dell’Immacolata Concezione.
- Penitenziere della cattedrale.
- Soprattutto, durante l’anno del giubileo straordinario della Misericordia, proclamato da papa Francesco, fu chiamato ad essere “missionario della Misericordia” e dedicarsi ad una peregrinazione in diverse diocesi italiane per assolvere a questo ministero, affidatogli direttamente dal Santo Padre Papa Francesco.
L’ultimo incarico a Poggio di Bretta
Nell’ultimo periodo, agli inizi dell’anno 2021 su proposta del Vescovo Mons. Pompili, ha accettato l’impegno di servire pastoralmente la parrocchia di San Giovanni Battista in Poggio di Bretta, cosa che ha svolto con entusiasmo e grande disponibilità, riscuotendo la simpatia e l’approvazione di tutti i parrocchiani.
In questi ultimi giorni che hanno coinciso con le festività pasquali don Giuseppe ha contratto il coronavirus ed in pochi giorni, nonostante le cure, prima in casa, poi in ospedale, ha concluso il suo viaggio terreno.
La morte e la testimonianza che lascia
La sua morte lascerà un grande vuoto in tutti i suoi familiari, amici e parrocchiani, ma anche il conforto di aver conosciuto un uomo, un sacerdote, che ogni giorno ha dato testimonianza di sapere vivere la propria vocazione giorno per giorno nel segno della gioia. Ha raggiunto la casa del Padre proprio nella Ottava di Pasqua, nell’antivigilia della Domenica della Misericordia, per prendere parte alla risurrezione del Signore che ha servito ed amato in tutta la sua vita.
I funerali si sono svolti lunedì 12 aprile in Cattedrale e sono stati presieduti da Mons. Domenico Pompili e che ha visto la partecipazione dell’Ordinario militare Mons. Santo Marcianò, dell’Arcivescovo di Ferrara Mons. Gian Carlo Perego e di innumerevoli Sacerdoti diocesani, Religiosi e Cappellani militari delle regioni di Marche, Umbria, Abruzzo e Molise.
Nell’omelia Mons. Pompili ha sottolineato che la vita di don Giuseppe è stata un continuo ri-nascere. Ha intrapreso tante strade, ma la sua meta desiderata da sempre è stata raggiunta nel 2009 quando ha ricevuto la Sacra Ordinazione Presbiterale dall’Arcivescovo di Ferrara e ha poi potuto celebrare la prima messa nella sua Parrocchia di Venagrande. Riposi in pace.
*Cancelliere Vescovile