Siamo all’inizio del secondo anno del Cammino Sinodale e siamo in cammino. Ancora e sempre in cammino. Facendo tesoro di quanto lo Spirito ci ha suggerito nello scorso anno e vivendo con la tensione all’ascolto ci immergiamo nei “cantieri”. L’immagine del cantiere dice “lavori in corso”, rimanda a progetti non chiusi ma aperti al contributo di tutti.
Per tutte le Chiese di Italia questo è l’anno dei “CANTIERI DI BETANIA”.
Abbiamo già parlato dei tre cantieri che la Chiesa Italiana, quindi, la Chiesa ascolana, vivranno nel prossimo anno di cammino sinodale. (Il cantiere della strada e dei villaggi; Il cantiere dell’ospitalità e della casa e il cantiere delle diaconie). Ma i cantieri sono quattro. Durante il Convegno Diocesano di Programmazione Pastorale è stato chiesto ai presenti di pensare ad un “nuovo” cantiere da vivere specificatamente come Diocesi.
Sono state 12 le proposte e tutte molto interessanti. Alla fine, durante la trasmissione televisiva “In cammino” su TV 2000 andata in onda giovedì 01 dicembre 2022, è stato il Vescovo Mons. Gianpiero Palmieri a svelare in diretta il quarto cantiere. La direzione che la Diocesi vuole indagare in questo secondo anno di cammino sinodale.
“Insieme per ricostruire le relazioni crollate”: un tema scelto insieme. “Le relazioni all’interno delle famiglie, fra famiglie nei nostri territori sono crollate, così anche quelle fra i giovani e gli adulti. Bisogna quindi costruire un cantiere delle relazioni”, così il Vescovo ha spiegato il tema del quarto cantiere.
Un cantiere tutto da costruire: da pensare, da vivere da protagonisti. Siamo in un territorio provato dal terremoto prima e dalla pandemia dopo e proprio da qui che parte la ricostruzione. Non solo la ricostruzione fisica, molto importante e necessaria, ma accanto a quella la ricostruzione dei rapporti e delle relazioni. Guardando ai giovani per “quello che sanno sognare” e mettendoci in gioco fra generazioni: ascolto e proposta. In relazione profonda.
Ricostruire le relazioni crollate: una sfida molto bella ed importante. E tutta da scrivere. Ognuno di noi è protagonista e non può esimersi da fare la propria parte. E gioverà non solo alla Chiesa ma a tutta la città. Ne gioverà la società civile: e cresceranno relazioni a vantaggio di una comunità inclusiva, libera e dialogante.
di Marida Pulsoni