Un pomeriggio carico di emozioni e speranza quello trascorso l’8 marzo nella prestigiosa Sala della Ragione del Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno. La presentazione del libro di suor Annamaria Vissani : “Ferite Feritoie: Donne con il coraggio di ricominciare” è volata. Questo avviene in tutte le occasioni o gli eventi che attraggono, interessano, coinvolgono totalmente. I posti erano al completo, ed infatti in moltissimi hanno dovuto rinunciare ad assistere in quanto la capienza era stata raggiunta già prima dell’inizio dell’evento.
Al primo incontro pubblico ufficiale di S.E. Gianpiero Palmieri con le autorità del territorio erano presenti, oltre al sindaco Marco Fioravanti: il Prefetto dr. De Rogatis; il Questore dr. Modeo; il Comandante Col. dei Carabinieri dr. Tommaseo; il Comandante Col. del Reggimento 235 RAV dr. Di Mauro; i rappresentanti del Comando dei Vigili del Duoco di Ascoli; il vicesindaco dr. Silvestri; l’assessore comunale alle pari opportunità dr.ssa Volponi; la Garante dei diritti dell’Infanzia del Comune di San Benedetto del Tronto avv. Forlini; il Direttore Generale dell’ASUR dr.ssa Storti; il commissario della Questura di Ascoli dr.ssa Traini: a tutti vanno i ringraziamenti del Vescovo e degli organizzatori.
Le parole del sindaco
Al sindaco un ringraziamento particolare per la fattiva collaborazione sua e del suo staff, e per la sua introduzione al convegno.
“è chiaro che l’impegno a favore della donna è da portare avanti tutti i giorni dell’anno e non solo oggi che è l’8 marzo. è bene ricordare gli argomenti trattati nel libro in quanto sempre attuali, e ancor di più lo sono oggi, dopo la pandemia, che come sappiamo ha accentuato le situazioni di violenza intra familiare. La famiglia per noi è sacra, ma se la donna è vittima di violenza pensiamo che non debba rimanere in un ambiente del genere. Lo sforzo corale dovrà essere quello di infondere coraggio e speranza alle donne che vogliono separarsi da un uomo violento. La ringrazio per averlo scritto e per l’opera che porta avanti a favore delle donne ferite, infondendo loro forza e speranza”.
Le ferite che abbiamo tutti
L’avvocato della Sacra Rota dott.ssa Di Agostino ha poi avviato un’intervista con l’autrice. Il libro è stato scritto riportando le testimonianze delle donne che sono approdate al centro di spiritualità di suor Annamaria a Jesi. Il racconto è impreziosito anche di altre esperienze che l’avvocatessa ha incontrato nel suo percorso. Da questo dialogo, che ha catturato la totale attenzione degli astanti, è emerso che “c’è una meravigliosa Provvidenza nelle ferite, che da sole, purtroppo si deve dire, non si rimarginano mai.
L’ascolto che le donne ricevono al centro di spiritualità è una potenza che frantuma le catene di quelle prigionie anche psicologiche e dell’anima. La feritoia, lo desumiamo dal dizionario, è un pertugio in un muro che permette alla parte interna di comunicare con l’esterno. L’ascolto e l’accompagnamento con l’aiuto di qualcuno e di Dio permettono alla luce interiore che è nella donna ferita di uscire fuori!” Questa è la nostra Bellezza! Siamo tutti feriti in qualche modo. La nostra luce interna non verrà spenta finché, nelle situazioni più dure, c’è qualcuno che ci presenta la Misericordia di Dio.
“Nessuno nelle situazioni di questo tipo -conclude l’autrice- deve sentire la vita come una condanna, ma piuttosto come dono da far fruttificare per mezzo dell’Amore”.
Ferite da curare con la fede e con la legge
Il Comandante della Polizia Locale dr.ssa Celani spiega poi come sia preziosa la rete che si sta costituendo sulla spinta del Vescovo.
“In una realtà così difficile come quella che viviamo, la volontà delle varie realtà presenti sul territorio è quella di offrire tanti punti di approdo alle donne. Gli interventi che noi realizziamo non sono semplici: le donne che arrivano a noi sono disorientate da ciò che hanno subìto. Arrivano accompagnate da una vicina di casa, una parente, per cui anche l’approccio iniziale è complesso. Oltre alle tante procedure che si devono seguire. Per cui la rete che si è formata e che è aperta a chi voglia inserirsi, è una cosa necessaria e di enorme valore”.
Un focus fondamentale dell’intervento è stato rivolto allo sguardo sul futuro: per far sì che le violenze non si ripetano, bisogna partire dall’educazione dei figli. Ecco, parte imprescindibile di queste storie sono i figli, vittime dirette e/o indirette dei soprusi. Questo il campo di azione della dr.ssa Di Nicola, Garante dei Diritti dell’Infanzia di Ascoli Piceno. L’avvocato ha presentato il gruppo che forma la rete per l’accoglienza della donna in difficoltà. Il consultorio familiare diocesano “Siloe”, la Pastorale Familiare, il C.A.V. Centro Accoglienza Vita, le Suore Oblate del Ss. Redentore, Centro Antiviolenza “Donna con Te” gestito da On The Road, l’avv. dr.ssa Di Agostino, la dr.ssa Celani e naturalmente lei stessa.
L’intervento del Vescovo
L’intervento conclusivo è stato quello del Vescovo Gianpiero dal titolo “Da che parte sta Dio?” Il viaggio inizia con il racconto di Genesi, in cui Dio vuole donare ad Adamo una compagnia che gli corrisponda, così arriva Eva. Fino a quel momento Adamo aveva gli animali con sé, che non gli bastavano perché quella con loro, non era una relazione piena. Uomo e donna uniti in una “carne sola”: il matrimonio, unione indissolubile. Ma non una prigione. Nel N.T. Gesù ribadisce che nessun uomo può sciogliere un vincolo, il sacramento del matrimonio, che è stato legato in Cielo. Il matrimonio è una continua conversione, un “lavoro a giornata” (R. M. Rilke), un lavoro su se stessi per imparare ad amare l’altro. Un lavoro che “fa diventare” i due un sacramento, perché è di per sé un progetto di vita, lungo una vita.
“Ma, forse veniamo da una storia dove talvolta in nome dell’unione, la donna ha pagato di più. Sembrava possibile custodire l’unità del matrimonio limitandosi ad “incassare i colpi” delle convenzioni sociali. Quando poi queste vicende diventano di violenza, anche il Diritto Canonico prevede il coraggio alla separazione. Un rapporto rinnovato può riprendere da una distanza e dal farsi aiutare a ritrovare la capacità di amare. A Dio, la sopraffazione dell’uno sull’altro non piace”.
Una speranza di pace
Il vescovo procede ricordando che siamo discepoli di “un femminista convinto”, Gesù, che solo dietro spinta di alcune donne cambia idea. Dona poi a tutti i presenti il racconto in Mc 5,21-43, l’incontro con l’emorroissa e la bimba del capo della sinagoga che era morta: la Parola di Dio fatta carne è salvifica e guaritrice con il solo toccarla, se si ha fede. “Dio desidera il Bene di donne e uomini -afferma il vescovo- tutti liberi, in un percorso di apprendimento di Amore. Ogni tentativo di costruire un progetto di coppia e di famiglia passa da continue conversioni personali”.
Dei ringraziamenti speciali sono rivolti ai Maestri dell’istituto Spontini che hanno segnato i vari momenti con l’esecuzione di pezzi bellissimi, all’attrice Grazia Giovannozzi che ha interpretato in maniera sublime alcune testimonianze di donne tratte dal libro, provocando profonda commozione nei convenuti e ad Emidio Premici per la conduzione dell’evento. Ferite, spaccature, fratture sono percepite come condanna per qualche errore fatto… ma non è così. Non solo la ferita si ripara, ma poi ci rende più belli di prima: nessuno è infrangibile e là dove metti il tuo cuore, là troverai la tua bellezza e la tua feritoia.
di Anita Gasparrini