Giovedì 2 Dicembre le Diocesi di San Benedetto – Ripatransone – Montalto Marche e quella di Ascoli Piceno si sono recate a Loreto presso la Santa Casa.
Prima della Messa, presieduta dall’Arcivescovo Gianpiero Palmieri e dal Vescovo Carlo Bresciani, i fedeli delle due Diocesi hanno recitato il Rosario.
Monsignor Fabio Dal Cin, Arcivescovo e Delegato Pontificio per il Santuario della Santa Casa, ha salutato le due Diocesi.
“Buonasera a tutti e benvenuti, in modo particolare un caloroso benvenuto ai fratelli Vescovi Monsignor Carlo di San Benedetto del Tronto e Monsignor Gianpiero, Arcivescovo della Diocesi di Ascoli Piceno. Saluto anche i sacerdoti concelebranti e a tutti voi e a quanti si collegano in preghiera dalle proprie case. Siamo alla conclusione del secondo anno del Giubileo Lauretano. Il 10, festa della Beata Vergine di Loreto, si chiude la Porta Santa, però non si chiude il cuore della Misericordia di Dio. Preghiamo il cuore di Maria che ci è Madre, che ci accompagna soprattutto nei momenti difficili della vita. Lei ci è vicina. Questa Santa Casa ce lo ricorda, perché una madre non abbandona mai i suoi figli. Vi auguro di vivere questo momento di grazia, di accogliere anche il dono della Grazia del Giubileo Lauretano. L’obiettivo del Giubileo è di camminare e costruire insieme il bene, con il pensiero non solo di star bene, ma prima di tutto di fare il bene e di fare bene il bene.”
La benedizione alle Diocesi
Monsignor Del Cin continua: “Vi accompagno anche io con la preghiera, in modo particolare per tutte le famiglie vostre delle vostre Diocesi. Prego affinché non venga a mancare nulla nelle vostre Diocesi, sperando che nelle vostre Parrocchie ci sia il dono delle vocazioni e alla vita consacrata. Dobbiamo pregare tanto per questo e dobbiamo anche avere il coraggio di stimolare i ragazzi ai sacramenti. Grazie e buona celebrazione a tutti”.
L’intervento del Vescovo di Ascoli
L’Arcivescovo Palmieri, durante l’omelia ha detto queste parole. “Carissimi, è con grande gioia che nell’imminenza della festa della Madonna di Loreto, le nostre comunità, quella di San benedetto del Tronto, guidata dal Vescovo Carlo, e quella di Ascoli Piceno, guidata da me, vivono questo pellegrinaggio. Siamo qui, ai piedi di Maria, davanti alla Santa Casa, vogliamo lasciarci istruire da questo luogo e dalla Parola di Dio. Proprio oggi la Parola di Dio ci parla di casa e di roccia e allora possiamo comprendere ancora meglio quello che Dio ci vuol dire. L’altissimo ci suggerisce di fare come Maria, di essere persone che non hanno il proprio centro in sé stessi, ma nel Signore, perché è Lui la roccia. Nel Vangelo, Gesù dice:
“Chi ascolta la Parola e la mette in pratica, è simile ad uno che costruisce una casa sulla roccia.”
Non è lui il fondamento della casa, è un altro il fondamento della casa: è la roccia, che è il Signore. Costruire su sé stessi, invece che sul Signore, la propria vita, significa costruire sulla propria fragilità. Che cos’è l’uomo, se non polvere, terra, sabbia? Senza lo Spirito di Dio, l’uomo non è nient’altro che questo e allora costruire la propria casa su sé stessi significa costruire su ciò che non è stabile. Maria è proprio fatta così: è una che costruisce la propria casa, la casa della propria vita e anche la casa della propria famiglia, la casa del proprio popolo d’Israele, sulla salda roccia della Parola di Dio. E in questo Maria è esattamente il modello dell’Avvento, cioè una che attende, una che ascolta. Chi è costruito su sé stesso, che ha fatto del proprio “io” il centro di tutto, non attende niente, non ascolta nessuno. Ha già costruito la sua vita su sé stesso. Maria, che costruisce la sua vita sul Signore, è invece una che ascolta la Parola di Dio. Attende l’arrivo del Messia, perché senza il Signore la propria vita è come sabbia, non dura, non ha sostanza, non ha spessore.”