Vandali nella chiesa di Sant’Angelo Magno devastano la chiesa e le opere dentro custodite.
La chiesa, parrocchiale ma di proprietà del comune di Ascoli, è da tempo inagibile e in attesa di lavori; solo 15 giorni fa, infatti, erano stati stanziati 2 milioni di euro per il suo restauro. Già un mese fa, ignoti avevano tentato di introdursi nella chiesa, accedendo dai locali del sestiere della Piazzarola, nei pressi del chiostro, entrambi abbandonati dal 2016, ma era suonato l’allarme.
«Questi luoghi – spiega don Elio Nevigari dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Ascoli – dal terremoto del 2016 non sono più vissuti, il parroco non abita più lì, è tutto inagibile… E pian piano qualcuno deve essersi accorto della relativa facilità di fare delle effrazioni. In passato hanno devastato i locali del Sestiere e poi si sono accorti come dal piano di sopra, attraverso una porta di ferro, si potesse accedere alla soffitta della chiesa, quindi scendere all’organo e poi in chiesa. Un mese fa ha suonato l’allarme, quindi i malintenzionati sono dovuti fuggire, stavolta no quindi hanno potuto agire indisturbati».
L’effrazione nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 maggio
L’effrazione deve essere avvenuta non più di un giorno fa, probabilmente nella notte tra domenica e lunedì.
«Ieri sera (lunedì 20 maggio, ndr) da lontano un parrocchiano ha notato la porta socchiusa – continua don Elio – e ha avvisato il parroco don Beniamino, che ha constatato quanto successo: la chiesa era devastata. Non è stato rubato nulla, ma i danni sono enormi».
Un atto di puro vandalismo: è stato sfasciato l’organo, con tutte le canne divelte, buttate a terra e schiacciate; è stata distrutta la statua di San Michele Arcangelo, quella del Paci dell’800, come anche il crocifisso e le vie crucis. Sono state addirittura rotte alcune pietre tombali. Quanto contenuto negli armadi è stato tutto gettato a terra e fatto a pezzi: un danno al patrimonio artistico e culturale molto grande.
«Per fortuna – ho chiarito don Elio Nevigari – le opere di maggior valore, subito dopo il terremoto, furono tolte dalla chiesa e sono custodite al Forte Malatesta, altrimenti il danno sarebbe stato ancora maggiore. La polizia scientifica, da stamattina alle 9, sta effettuando gli opportuni rilievi. Ora il prossimo passo sarebbe intervenire sui punti deboli, nei punti cioè in cui è più facile accedere alla chiesa, cioè nelle zone adiacenti al convento o sul retro verso l’università, eventualmente murando gli accessi».