Lunedì scorso, nella cattedrale basilica, parroco don Luigi Nardi, si è celebrata la festività di Sant’Emidio, patrono della città e della diocesi di Ascoli. Una festa che ha radici consolidate nel tempo e che ogni anno trasforma la ricorrenza in un momento atteso e ricco di eventi. Molti, infatti, sono stati gli appuntamenti religiosi che si sono susseguiti nella cattedrale nel periodo dal ventisei luglio al sei agosto.

La tradizione

Come da tradizione, la giornata di lunedì, solennità di Sant’Emidio, è iniziata con la benedizione del basilico sul sagrato della cattedrale. “La fede è come il basilico – è stato detto – che ha proprietà mediche, cosmetiche e perfino antidepressive”. Sono seguite le confessioni e le numerose messe celebrate ogni ora, una delle quali presieduta dal vescovo di Treviri, città natale di Emidio. Gli ascolani, come è noto, festeggiano il Santo Patrono, tra momenti di culto, celebrazioni tradizionali e spettacoli pirotecnici. Una settimana dedicata anche al folklore cittadino che, quest’anno, è terminata con la Giostra della Quintana, che si svolge la prima domenica di agosto, la tombola ed i fuochi pirotecnici. 

La messa pontificale

A presiedere il rito religioso è stato l’arcivescovo diocesano mons. Gianpiero Palmieri, concelebranti tutti i parroci della diocesi. All’evento hanno partecipato autorità civili e militari, confraternite, associazioni e tantissimi fedeli, da gremire completamente la chiesa. “Rimango sempre commosso nel vedere quanto bene volete a S. Emidio – ha esordito l’arcivescovo Gianpiero Palmieri – Davvero una folla enorme, fin dalla mattina, che è venuta qui in cattedrale a celebrare l’Eucaristia, poi è scesa nella Cripta a pregare S. Emidio”. In riferimento a Emidio, immigrato in Ascoli, ha evidenziato che:” Nella Bibbia, Dio si serve sempre o degli stranieri o dei poveri dai quali nessuno si aspetta niente”. Si è soffermato altresì sul Cammino Sinodale. E ancora: “Nei tempi più difficili, il segno che adopera Dio per mezzo dello Spirito è che ti verrà data parola e sapienza per rendere testimonianza, agli altri, del regno di Dio”.

Coro e musica

Ad arricchire la liturgia, con canti e musica, al fine di aiutare l’assemblea a parteciparvi con maggior coinvolgimento e gioia sono stati, oltre al coro diocesano, diretto dal maestro don Francesco Fulvi, anche voce solista insieme alla sorella, il soprano Sara Fulvi, con Miriana Mercuri all’organo e il quintetto di ottoni, quest’ultimo sempre presente nelle grandi solennità.

La processione

C’è stata una variante rispetto agli anni passati. “Come successore di S. Emidio – ha spiegato l’Arcivescovo Palmieri – non porterò il braccio di Emidio, ma il Vangelo. Seguirà l’Acqua del fonte battesimale e dopo il braccio di S. Emidio che benedice il suo popolo. Questo, per sottolineare il dono che Emidio ci ha fatto quando non ci ha consegnato solo il vangelo, ma la sua stessa vita”. La statua di S. Emidio è stata accompagnata dalle famiglie dei migranti (come lo è stato S. Emidio partito da Treviri per raggiungere il Piceno), ospitate nelle strutture diocesane della Caritas, mentre il carro, con l’effige del santo, era trainato da molti giovani immigrati. Al termine della processione c’è stata la benedizione solenne con il braccio contenente la reliquia del Santo.

La giornata religiosa è terminata alle ventiquattro con il pellegrinaggio degli ultimi fedeli che si sono recati in cattedrale per venerare Sant’Emidio.

di Roberto Cestarelli