La prima decade d’ottobre si presenta ricca d’importanti iniziative a carattere religioso. La prima, in ordine di tempo, si è svolta martedì scorso, nella chiesa di S. Francesco, dove il “poveretto d’Assisi” è stato festeggiato con una serie d’appuntamenti.
La festa
Martedì 4 ottobre, nel tempio monumentale di San Francesco, come detto, si è festeggiato uno dei santi più amati: San Francesco d’Assisi. Oggi, patrono d’Italia, è il simbolo del rinnovamento della chiesa, protettore dell’ecologia e dei movimenti ambientalisti ed è anche molto amato dalle giovani generazioni, che si identificano nella sua voglia di cambiare il mondo; una devozione per il Santo sentita fortemente anche nella nostra città
Il rito religioso
Dopo le messe del mattino, alle 18, dopo la recita del Rosario, l’arcivescovo diocesano monsignor Gianpiero Palmieri, ha presieduto l’Eucaristia, concelebranti diversi presbiteri fra i quali i padri Danilo Marinelli e Paolo Castaldo, don Rodolfo Desantis.
Il francescano padre Danilo
A fare gli onori di casa è stato Padre Danilo Marinelli, il quale, all’inizio della messa, a nome dell’intera comunità francescana, ha rivolto un saluto al vescovo, alle autorità civili e militari e a tutti i fedeli, riuniti per rendere onore al Santo. Ha espresso, altresì, gratitudine ai sacerdoti, ai ministranti, alla corale Cento Torri e a tutti coloro che si sono adoperati per la riuscita dell’evento. Si è soffermato, poi, ad illustrare alcuni tratti della vita di San Francesco
L’Omelia del vescovo Gianpiero Palmieri
Dopo i saluti di rito, rivolti alla comunità dei francescani, alle autorità e a tutti i fedeli, l’alto prelato ha esordito dicendo: “San Francesco ha fatto il primo miracolo ecumenico riunendo frati Minori, frati Conventuali e frati Cappuccini. Di seguito alcuni passi: “San Francesco oggi ci ha radunati e ci ha portati a Gesù e Gesù esulta nello spirito Santo, come avete sentito nel Vangelo”. Ha ricordato il momento molto intenso vissuto, ad Assisi, dal Presidente della Repubblica e dal Presidente dei vescovi italiani con l’accensione della lampada ed i relativi discorsi, e molto altro ancora. Ha terminato dicendo: “Bisogna ripartire dal Dio piccolo e povero, dal coraggio di superare l’amarezza e di farci vicino ai poveri e ai più piccoli, sacramento del Signore. Dobbiamo essere missionari e farci discepoli di Francesco, che si è fatto discepolo di Gesù”.
Musica e coro
Il rito liturgico è stato animato, con musica e canti, dal coro polifonico “Cento Torri” diretto dal maestro Maria Regina Azzara, mentre all’organo c’era la sorella minore Lorella Azzara.
Roberto Cestarelli