Si sono tenute sabato 20 aprile, in Cattedrale le esequie di Andrea Ferretti, morto improvvisamente per un malore la notte del 18 aprile. Tutta la città è accorsa per salutarlo: parenti, amici, la sua Quintana, presente “in alta uniforme”, i colleghi del gruppo di Cronache e delle altre testate cittadine. In tanti anche coloro che sono rientrati da lontano, per salutarlo.
Il Sestiere di Porta Romana lo ha accolto sul sagrato della Cattedrale, mentre in chiesa era presente tutto il consiglio degli anziani, il gruppo comunale – accanto a lui per tutta la funzione – e tantissimi sestieranti con i fazzoletti al collo. Sul feretro, i colori del Sestiere e una maglietta dell’Ascoli Calcio, altra sua grande passione, con il suo nome e il numero “1”.
Il Duomo, gremito, si è stretto attorno alla famiglia, alla moglie Annarita e al figlio Valerio, e commosso ha seguito la cerimonia celebrata dal parroco Don Luigi Nardi.
L’omelia
“Io ci credo – ha affermato don Luigi, durante l’omelia – Andrea è vivo, anche se ha concluso questo cammino sulla terra con noi. Siamo qui per testimoniare questo. E siamo qui per celebrare, per pregare perché il Signore accolga Andrea vicino a sé. Oggi siamo in tanti e la nostra presenza non dev’essere passiva o solamente dettata dall’affetto e dall’emozione. Siamo qui anche per dire grazie ad Andrea. La sua è stata una vita molto appassionata e ricca, anche se si è conclusa in maniera inaspettata e prematura. La parola di Dio ci dice che il valore di una vita non si misura dalla durata. Andrea l’ha vissuta con grande coinvolgimento, ha compiuto una lunga carriera, una vita realizzata, autentica. Dalla famiglia, con il figlio Valerio che ha seguito con amore, con tutto se stesso, al giornalismo, una vocazione di famiglia, sulle orme del fratello Bruno, che esercitava con attenzione e cura. Poi l’impegno nella Quintana, per la quale ha svolto ruoli importanti di responsabilità e rappresentanza. E ancora l’amore per l’Ascoli Calcio. Era una persona appassionata della sua città. La carriera più importante è vivere la vita avendo un riferimento e cercando di realizzare il progetto che Dio ha per ciascuno di noi”.
I saluti
Non poteva mancare il saluto della Quintana di Ascoli, che ha pronunciato Massimo Massetti, il presidente del consiglio degli anziani. “Grazie per esserci sempre stato – ha detto alla fine della cerimonia – Ci sentivamo spesso, l’ultima volta pochi giorni fa. Oggi siamo qui, tutti, per esprimere la nostra vicinanza al Sestiere di porta Romana. Andrea ci ha lasciati increduli. Per noi quintanari, ora, è impossibile pensare all’edizione del settantennale senza lui o alla benedizione alla Madonna della Pace senza il suono del suo tamburo. Faceva parte della rievocazione da sempre, ha lasciato il consiglio degli anziani quando ha capito che, per rimanervi, avrebbe dovuto svestire le vesti del tamburino. Lui era la memoria della Quintana. Quanto volte, avendo dei dubbi su un nome o una data, abbiamo detto Questo lo può sapere solo Andrea Ferretti. E lui ti rispondeva, raccontandoti gli aneddoti con tono fiero e ironico. Ricordare per lui era un segno di rispetto nei confronti di chi aveva contribuito a far crescere il presente. Il nostro compito è quello di continuare a ricordare”.
Il saluto della città è venuto dal sindaco Marco Fioravanti. “Porto le condoglianze dalla città soprattutto alla famiglia. Ho avuto modo di conoscere bene Andrea, era innamorato della città. Quando veniva da me, il suo obiettivo era sempre il miglioramento della Quintana, dell’Ascoli Calcio e della città. Abbiamo carattere simile – ha raccontato – e discutevamo spesso, ci scrivevamo spesso su WhatsApp confrontandoci anche aspramente, poi facevamo pace. L’ultima volta pochi giorni fa, ma questa volta non abbiamo fatto in tempo a risentirci. Andrea, ti chiedo scusa ora”.
Andrea Ferretti era il direttore di Cronache Picene e di Cronache Fermane, nonché collaboratore di Cronache Maceratesi e di Ancona. “Parlavo con te tutti i giorni più volte al giorno – ha detto con la voce rotta Nunzia Eleuteri, amministratrice di Cronache Picene e di Cronache Fermane, colei che la mattina del 18 aprile, non riuscendo a contattare Andrea Ferretti, insieme ad altri colleghi ha dato l’allarme – ed è stato lampante e drammatico capire che ti era successo qualcosa, perché da mezzanotte non pubblicavi e non eri su WhatsApp. Sei stato determinante per le nostre testate, eri il nostro ufficio anagrafe, conoscevi tutti. Eri orgoglioso di quanto fatto, stavi raccogliendo i frutti di una vita di lavoro e di passione. Dovevamo fare ancora tanto e io ti prego di continuare ad aiutarci a rendere al territorio un servizio di informazione puntuale e competente”.
A concludere i saluti è stato Serafino D’Emidio, in rappresentanza del Sestiere, che in un breve e commosso intervento ha sottolineato quanto scritto nello striscione esposto nella sede del Sestiere. “Non sarà facile salutarti, fare a meno della tua amicizia e dei tuoi aneddoti, ti diciamo solo questo: Ora scrivi su una nuvola la più bella delle favole“.
A fine cerimonia, il feretro è uscito accompagnato dal suono delle chiarine e dei tamburi del Sestiere di Porta Romana e salutato, infine, da tutti i Sestieri, che all’urlo “Sestieri all’erta” del mossiere Pino Di Teodoro hanno presentato le insegne.
Alla famiglia di Andrea vanno le condoglianze di tutta la redazione de La Vita Picena.
di Stefania Mistichelli