“Rapporto L’Anello Debole 2022 Caritas presentato a Pagliare del Tronto
Povertà nel Piceno in aumento: agire insieme per arginare il problema e accogliere senza tensioni
Dietro ai numeri ci sono persone, volti, famiglie. Così va interpretato “L’Anello Debole”, il Rapporto 2022 su povertà ed esclusione sociale in Italia e nel territorio Piceno presentato anche in vallata, lo scorso 20 gennaio all’oratorio della parrocchia San Paolo a Pagliare del Tronto.
«Il raccordo fra i centri di ascolto della Caritas delle due diocesi, Ascoli e San Benedetto – spiega don Alessio Cavezzi, direttore della Caritas ascolana – ha permesso di confrontare i dati piceni con quelli nazionali. Il compito della Caritas è di fare una pastorale rivolta alla carità, far crescere il senso di vicinanza alle persone in stato di bisogno, dare supporto alle agenzie sul territorio. Le prime sono le parrocchie che hanno già in sé l’approccio caritativo».
L’incontro a Pagliare segue quello di Ascoli Piceno, sempre con la partecipazione del vescovo, S.E. Mons. Gianpiero Palmieri: «L’impegno è di rafforzare la rete Caritas diocesana, collegando bene montagna, città e vallata – spiega il vescovo – l’idea è quella di poter usare questa rete e i legami per un migliore coordinamento».
Stefano Felice: la povertà nel Piceno è in aumento
Moderatore dell’incontro Lanfranco Norcini Pala che, dopo i saluti del sindaco Alessandro Luciani e del parroco don Basilio Marchei, ha lasciato la parola a Stefano Felice del centro ascolto della Caritas di Ascoli Piceno: «Il numero delle persone che si rivolgono alla Caritas sono in aumento. Rispetto al passato ci sono tante famiglie che non hanno una situazione disastrosa ma non arrivano a fine mese». Una situazione in peggioramento e i dati del Piceno dicono che la quota fra stranieri e italiani si è quasi equiparata. Nel panel anche Silvia Fabrizi di On The Road, per i numeri relativi alle vittime di tratta e sfruttamento, che aggiunge: «Il rischio è di credere che questi fenomeni e violazioni non interessino il nostro territorio e la nostra quotidianità. Le forme di sfruttamento prevalenti sono di tipo sessuale, ma c’è anche quello lavorativo, l’accattonaggio, i matrimoni forzati ed economie illegali».
Al tavolo anche Luigi Ficcadenti, coordinatore dell’Ambito Sociale XXIII: «Serve un nuovo modello di welfare per rafforzare la capacità delle organizzazioni già esistenti in Vallata di rispondere all’evoluzione dei bisogni legati alla crisi economica in atto e alle nuove povertà. Si deve evitare di lavorare separati».
I dati
I dati dei centri di ascolto sono allarmanti: «Dati non esaustivi – commenta S.E. Mons. Palmieri – ma attendibili perché si tratta di un servizio a bassa soglia. Si pensi che un minore su quattro nasce in un nucleo familiare di povertà assoluta, ciò significa povertà di risorse, povertà educativa e di relazioni». Anche la mobilità sociale è bloccata: chi nasce in un nucleo familiare povero difficilmente passa a un livello sociale più alto.
«Come diocesi – conclude il vescovo – ci stiamo muovendo anche per l’accoglienza di migranti che nel nostro territorio è più bassa. Abbiamo accolto 36 ucraini e vorremmo aumentare il numero sensibilizzando le parrocchie per accoglierli in maniera diffusa e graduale nelle comunità, dando loro gli strumenti per integrarsi bene e senza creare tensioni. Una modalità che a livello italiano ha un successo di integrazione altissimo, pari all’80 al 90%».
di Francesca Gironelli