Lunedì 8 gennaio si è tenuto il 2° incontro di formazione per il clero e per gli operatori pastorali della Diocesi di Ascoli Piceno. Il contro si è svolto nella parrocchia dei Santi Simone e Giuda a Monticelli
Il tema dell’incontro, condotto con competenza e parresia dal relatore don Dario Vitali, può essere riassunto in alcune domande. Perché bisogna andare nella direzione sinodale? Perché tutto questo tempo dedicato al Sinodo? Perché l’esigenza di una Chiesa sinodale in missione?
L’incontro
Una Chiesa sinodale in uscita e, in particolare, il metodo sinodale rappresentano alcune sfide non più rinviabili. Una Chiesa autoreferenziale e chiusa in se stessa non è più adeguata al tempo corrente. La missionarietà deve essere vissuta a livello di chiesa locale come Popolo di Dio intorno al Vescovo e al suo presbiterio. Il problema oggi è anche come “si vede” la Chiesa: la si guarda come una realtà gerarchica a cui sottomettersi; come Popolo di Dio in Cammino; come Corpo di Cristo. Oppure come Chiesa comunione o anche come una Chiesa che celebra il sacrificio. Tutti aspetti che caratterizzano e definiscono la Chiesa. Perché allora bisogna andare verso una dimensione di Chiesa sinodale?
Secondo il relatore si possono trovare alcune risposte nei primi due capitoli della Lumen gentium. In particolare: in LG 4 si riscopre l’importanza dello Spirito; in LG 9 si parla del popolo di Dio e in LG 10 si chiarisce il sacerdozio comune dei fedeli. Va sottolineato ii fatto che il Popolo di Dio è la Chiesa come totalità di battezzati ed è soggetto del sensus fidei. Pertanto, diventa soggetto attivo nella vita della Chiesa, cioè la totalità dei fedeli che è “infallibile in credendo”. È così che lo Spirito può parlare anche attraverso semplici persone e, per la prima volta, la funzione dei vescovi si svolge in stretta relazione con quella del Popolo di Dio. S. Paolo ci invita a non spegnere lo Spirito e a non disprezzare le profezie, a vagliare ogni cosa e trattenere ciò che è buono (1Ts 5, 19-21).
Da ciò si evince che il discernimento è azione comune tra Popolo di Dio, il Vescovo e il suo presbiterio. Nasce, quindi, una capacità attiva riconsegnata al Popolo di Dio che partecipa alla funzione profetica.
Costruire una chiesa sinodale
In ogni chiesa particolare (porzione del Popolo di Dio), radunata dallo Spirito Santo e in cammino come Chiesa locale, deve crescere la circolarità tra Vescovo, presbiterio e popolo di Dio. Il discernimento diventa, quindi, momento fondamentale anche per un cammino di Chiesa locale. In questo modo ogni Chiesa locale avrà una sua identità, una ricchezza carismatica che l’abbellisce e una ricchezza straordinaria che andrà a stimolare il cammino della comunità.
In questo contesto, allora, si comprende cosa significhi “Chiesa sinodale”. Una Chiesa “circolare” dove il primato è dato all’ascolto. La Chiesa sinodale è, fondamentalmente, una Chiesa aperta all’ascolto: Popolo di Dio, ministri, Vescovo tutti in ascolto gli uni degli altri. Un ascolto che parte dal Popolo di Dio, che passa attraverso i pastori e trova il punto di mediazione nei Vescovi.
Infine deve crescere uno stile sinodale che deve diventare una dimensione costitutiva della Chiesa e deve permeare il suo modo di pensare, la sua vita e le sue istituzioni. Ciò significa rivedere molte cose alla luce di questo principio costitutivo, maturato nel solco della Tradizione e in continuità con il Concilio, che non contraddice la Chiesa di sempre ma la illumina di una luce nuova quando a parlare è lo Spirito Santo.
di Giuseppe Puglia