Approda ad Ascoli l’anteprima della nuova edizione dei “Teatri del Sacro”, in programma per il prossimo anno. Il festival dedicato alla spiritualità torna nel nostro territorio toccando, per la prima volta, anche Arquata del Tronto, che ospiterà un evento nell’evento.
In concomitanta con il Convegno diocesano che apre il nuovo anno pastorale, i Teatri del Sacro portano ad Ascoli alcuni tra i più significativi spettacoli delle scorse edizioni, due nuove proposte e un cortometraggio, tratto dallo spettacolo vincitore dell’ultima edizione.
Il direttore artistico
«Per me è sempre un’occasione speciale essere presente ad Ascoli con il festival – ha spiegato il direttore artistico Fabrizio Fiaschini – perché con la città e con la diocesi ormai dal 2017 si è stretta un’alleanza non solo artistic,a ma anche basata sui rapporti, sulle relazioni, su quanto abbiamo costruito insieme utilizzando l’arte come uno strumento di coesione sociale, di promozione culturale, come veicolo per rifondare dei legami di comunità e di appartenenza al territorio. Si tratta di un’anteprima perché quello che vorremmo fare nel 2023 a giugno è una nuova edizione del festival; dopo il covid, un’edizione di rilancio. Però siccome da un po’ che eravamo assenti dalla città, abbiamo pensato di portare ad Ascoli spettacoli hanno segnato la lunga storia del festival, dal 2008 ad oggi, ma che non erano ancora mai approdati in città».
Il programma
Dopo la residenza promossa da La Casa di Asterione e la messa in scena di Matrioska, anteprima dell’anteprima, “Segnali di futuro” continua venerdì 7 ottobre alle 18 al Nuovo Cineteatro Piceno con il cortometraggio “U figghiu”, nato dallo spettacolo omonimo che aveva debuttato ad Ascoli, dello stesso regista Saverio Tavano.
A seguire, venerdì alle 21 a San Pietro in Castello, in programma “In nome della madre” con Patrizia Punzo e Danilo Nigrelli, tratto da un romanzo di Erri De Luca: si tratta del racconto della storia di Maria teatralizzato.
Il giorno dopo, 8 ottobre alle 18, andrà in scena “Per obbedienza” di Fabrizio Pugliese, spettacolo dedicato a Giuseppe da Copertino, protettore degli studenti. Il giorno dopo, domenica 9, debutterà “La signora”, regia di Benedetto Cortellesi; si tratta della trasposizione della storia della monaca di Monza, riletta da una giovane compagnia romana.
Infine, lunedì 10 ci sarà uno degli spettacoli più significativi, perché aveva debuttato nella prima edizione del festival e poi ci ha accompagnato nel corso di tutti questi anni, “Oibo’ sono morto”, messo in scena da Giovanna Mori e Jacob Olesen, uno spettacolo comico e dolce sul tema della morte.
La giornata del 9 ottobre si svolgerà ad Arquata del Tronto. Si comincia con una passeggiata poetica alle 10 a cura di Arquata Potest. A seguire, alle 11.30, “Piccoli funerali” di Maurizio Rippa e alle 14.30″ Transumanze” di Fabrizio Pugliese. Alle 13.30 si terrà un pic nic campestre offerto dall’organizzazione.
Tutti gli eventi sono gratuiti.
Il commento del sindaco
«Confermiamo questo anno il nostro supporto ai teatri del Sacro – afferma il sindaco Marco Fioravanti – un progetto che unisce l’amministrazione comunale con la Diocesi di Ascoli e che, con il coinvolgimento di Arquata, questo anno rientra perfettamente nella nostra idea di città metromontana. Abbiamo avuto l’anteprima delle anteprime ieri, per la quale ringrazio Roberto Paoletti de La Casa di Asterione e il Laboratorio Minimo Teatro, con una riflessione molto profonda sul tema femminile. Fino al 10 ottobre con Segnali del Futuro questa rassegna porterà nel nostro territorio tante e profonde occasioni di riflessione».
L’importanza della spiritualità nella parole di Donatella Ferretti
«Il festival nasce da un bando rivolto a tutti coloro che propongono dei nuovi spettacoli sui temi del sacro, quindi le opere cui assistiamo nelle diverse edizioni sono prime assolute. Al di là di questo, mi piaceva soffermarmi sul tema del sacro. Parliamo di spirtualità, cioè di quell’aspetto essenziale della persona umana che la nostra società tende a marginalizzare e che invece ci attiene profondamente. Lo spazio del sacro va preservato, mantenuto, anche indagato con forme d’arte di questo tipo. Ieri sera, Matrioska ci ha presentato tutte queste vite fragili, complicate, addirittura violenze intrafamigliari… vite inserite l’una nell’altra. Questa rassegna porta spunti di riflessione davvero importanti proprio perché la nostra società ce ne dà pochi, preferendo un aspetto della vita più strumentale e utilitaristico».