È difficile uscire dal cinema dopo aver visto il film e non essere emozionati, dalla meraviglia che ha inebriato la tua mente. Ma andiamo con ordine.

La pellicola inizia esattamente da dove ci aveva lasciato il precedente capitolo: Mysterio ha svelato al mondo intero l’identità segreta di Spider-Man: Peter Parker. La sua vita e quella delle persone a lui care viene sconvolta.

Spider-Man No Way Home parte da un pretesto banale, perché la trama è tutta lì. Ruota attorno a Peter che chiede aiuto al Dottor Strange per rimediare alla situazione in cui si è trovato, ma ovviamente le cose si complicano perché lui è ancora un ragazzino immaturo.

Il viaggio dell’eroe

La cosa migliore del film è che finalmente assistiamo a una crescita morale dello Spider-Man di Holland. L’attore è riuscito a rendere il ruolo ancor più suo e a dargli una spinta in più. La trama si mette al servizio dei personaggi, per dar loro una profondità mai trovata nei precedenti film di Spider-Man (di questo ciclo Marvel), perché finalmente abbiamo una origin story degna di uno degli eroi più apprezzati al mondo (era anche ora, siamo arrivati al terzo film).

I villain giocano un ruolo fondamentale: sono tanti e non rimangono mai sullo sfondo, ma sono utili ai fini dello sviluppo della storia e dei protagonisti.

La pellicola pone l’accento specialmente su due di essi che regalano ottime sorprese e sanno emozionare con prove attoriali di un certo spessore (bravi Alfred Molina e Willem Dafoe).

Fan-service

La musica e il comparto tecnico sanno creare un’atmosfera e un contorno dinamico, emozionante. Vanno anche a sottolineare gli elementi di fan-service che la Marvel si diverte a donare allo spettatore; perché abbiamo chicche dallo Spider-Man della trilogia di Raimi e dai due Amazing Spider-Man con Garfield.

Questo film dona allo spettatore ciò che più chiedeva a gran voce, e lo fa in maniera equilibrata, senza risultare invasivo o esagerato.

Ovviamente non è privo di pecche, perché se da un lato abbiamo una trama leggera e che va spedita nella sua direzione; dall’altro, è impossibile non notare certe forzature portate avanti nello sviluppo iniziale della trama stessa. La sua risoluzione è funzionale e coerente con ciò che abbiamo visto e va a chiudere in maniera logica il cerchio, ma più di una volta rischi di rimanere confuso riguardo perché o come quel determinato personaggio (ad esempio) riesca a fare quelle cose.

Un altro punto a favore è che la Marvel ha saputo ben gestire tutta la faccenda Multiverso, perché quando si gioca con le linee temporali e dimensioni parallele, è facile cadere nelle trappole di strane situazioni incoerenti. Invece tutto funziona alla perfezione.

“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.”

Tom Holland è cresciuto dentro i panni di Spider-Man e qui ne abbiamo la prova definitiva.

Spider-Man No Way Home non piacerà a tutti, ma sa emozionare e regalare dei momenti di puro cinema (non solo d’intrattenimento). Ci sentiamo di dire che è il miglior film sull’uomo-ragno interpretato da Tom Holland e uno dei migliori dell’universo cinematografico Marvel.

Questa pellicola è il dono di Natale perfetto: nostalgico, amaro, ma con un immancabile tocco di speranza, che sa curare tante ferite e procurare a molti personaggi una sorta di redenzione, un percorso per perdonarsi e perdonare.

Di Leonardo Carboni e Federica Forlini