di Quinto De Angelis
Tra la decade insignita al Miglior film ai prossimi Oscar, in programma domenica 27 Marzo, si può trovare un’interessante pellicola passata sotto traccia. Nightmare Alley – La fiera delle Illusioni difficilmente vincerà l’alloro massimo ma di certo rappresenta un bell’esempio di pellicola commerciale dal profondo significato morale.
La trama di Nightmare Alley
Nel 1939, Stanton Carlisle (Bradley Cooper), giovane ragazzo dal passato poco chiaro, abbandona, bruciando, la sua dimora cercando fortuna in giro per l’America. In cerca di denaro decide di lavorare come giostraio nel Luna Park gestito da Clem (Willem Dafoe). Nel giro di poco tempo riesce a conquistare il cuore della sua collega Molly (Rooney Mara) ma soprattutto apprende le tecniche mentaliste apprese dagli illusionisti Zeena (Toni Collette) e Pete (David Strathairn). Dopo aver affinato le sue tecniche “mistiche” decide di fuggire con Molly in città per mostrare a tutti le sue abilità. Quando incontrerà in un hotel di lusso la psicologa Lilith Ritter (Cate Blanchett), per Stanton inizieranno i guai.
Un film diviso in due mondi: Il Luna Park
La pellicola diretta da Guillermo del Toro si svolge in due macro luoghi in cui si divincola l’intera vicenda: il luna park e la metropoli. In questi due spazi prendono vita due modi diversi per rappresentare il concetto di apparenza. Nel circo di Clam l’illusione è qualcosa di magico. L’illusionismo del circo si regge in equilibrio tra la voglia di fuggire, della povera gente, a una vita di stenti e l’abilità dei circensi. I colori accesi ma sporchi di polvere e le luci intermittenti ma estremamente abbaglianti ci fanno entrare in un mondo inquietante, pericoloso ma per questo intrigante. Un fascino arcaico che per la sua semplicità ricorda il cinema delle attrazioni dei primi anni del ‘900. I personaggi di questo mondo possono sembrare cattivi ma sono semplicemente scaltri, spesso deboli per i loro vizi ma internamente dignitosi con una loro morale.
Un film diviso in due mondi: La Grande Città
La metropoli viene resa scenicamente omaggiando il cinema noir degli anni quaranta. Strade bagnate e giochi di ombre sono usati per rappresentare personaggi privi di dignità e di amore verso il prossimo sottolineando la corruzione morale del denaro. Una splendida Cate Blanchett, nei panni della Femme Fatale di turno, trascina la vicenda facendoci riassaporare le tematiche e le ambientazioni dei classici Gialli americani. L’apparenza qui ha solo valore negativo. Tutti nascondono sotto abiti lunghi, impregnati di denso fumo, utilizzando giochi di parole, il marcio presente nell’animo.
Dettagli e particolari in Nightmare Alley
Una regia meticolosa che si snoda tra primi piani elaborati e tra piccoli oggetti dal valore rilevante. Parole, gesti, arnesi che ci preannunciano cosa succederà in seguito, oppure i rapporti di potere tra i personaggi coinvolti nella vicenda. Il film racconta la continua mania degli uomini verso il potere che rischia di degenerare nella più viscida meschinità fino alla trasformazione in uomini-bestia. Due ore e mezza di ottimo cinema, consigliato per tutti gli amanti del thriller.
Voto: 6.5/10