Un inizio inaspettato. Pensavo di recarmi al cinema per vedere una commedia e invece mi trovo davanti una storia di fantasmi? Tranquilli, nessun errore! Il film si rivelerà tutt’altro che un horror ma Alessandro Capitani, sulle tante declinazioni della figura dello spettro, giocherà per tutta la durata del suo film: “I nostri fantasmi”.

Chi sono i nostri Fantasmi?

L’incipit è molto originale: Valerio (Michele Riondino) e suo figlio Carlo, vivono nella soffitta della casa dove sono stati sfrattatati, all’insaputa dei futuri inquilini dell’appartamento. Ogni sera escono dal loro nascondiglio, rigorosamente vestiti da spettri, terrorizzando i nuovi proprietari di casa che all’istante decidono di fuggire dal luogo infestato. L’obiettivo di Valerio e Carlo e di convincere la società immobiliare nel rendere perennemente sfitta quella casa in modo da poterci vivere abusivamente. Le cose cambieranno radicalmente quando in casa andranno a vivere la coraggiosa Miryam (Hadas Hiaron) e sua figlia Emma.

Il tema dello spettro

Come detto il tema del fantasma ritorna spesso. Sono Padre e figlio che si travestono in maniera clownesca per spaventare i malcapitati di turno ma soprattutto sono sempre loro quando sono visti come spettri delle persone. Il padre e suo figlio sono invisibili per i più. In condizione di povertà a causa della sua disoccupazione viene bistrattato da una società cattiva e giudizievole. Di fronte a ciò conviene essere invisibili per non dare fastidio a nessuno e continuare a vivere. Fantasma è il passato da cui fugge Miryam ma spettro e demone è anche suo marito Cristian (Paolo Pierobon) violento e manipolatore. Insomma I nostri fantasmi sono quelli che abitano la mente dei protagonisti che devono far fronte ad una vita difficile che li porterà di fronte a scelte sofferte.

Un film per rafforzare il valore della famiglia

Il film è consigliato agli amanti delle storie famigliari a lieto fine, inoltre, al di là delle tematiche portate il film ha diversi spazi comici molto carini e simpatici. Protagonisti dei momenti più ilari sono i due bambini che con grande abilità rubano spesso la scena ai due genitori-attori che spesso appaiono un po’ sottotono. Sono ben studiate anche le dinamiche relazionali tra genitori-figli mostrate sotto diversi punti di vista generazionali. Al di la del rapporto tra Valerio-Carlo e Miryam-Emma, non è da sottovalutare il rapporto tra il dirimpettaio di casa (Alesandro Haber) e suo figlio. Da sottolineare è la splendida fotografia di Daniele Ciprì che, specialmente nella scena horror, ci delizia con alcuni giochi visivi interessanti.

Qualche stonatura?

La nota dolente è rappresentata da una trama che spesso non chiarisce alcune dinamiche interne. Diverse azioni svolte dai personaggi secondari non sono chiare e alcune sotto trame non vengono portate a compimento. Forse il difetto maggiore sta nell’aver messo troppa carne a fuoco proponendo molte tematiche complesse che non sono stata sviluppate a dovere per far spazio ad un calderone di temi. Nelle sequenze finali si vede chiaramente come alcune scene girate sono state tagliate. Questo ha risparmiato sulla durata del film ma ha compresso sulla giusta complessità che alcuni temi devono avere per essere denunciati al meglio.

Nonostante questo il film è sicuramente godevole e riesce bene a mettere in evidenza la difficolta nell’esser genitore con l’obbiettivo di proteggere a tutti costi i figli anche a costo di rivelare I nostri fantasmi

Voto 5.5/10

P.s. Un grazie al Nuovo CineTeatro Piceno per averci concesso la visione del film

di Quinto De Angelis