Nel precedente numero de La Vita Picena abbiamo analizzato la prima parte di Esterno Notte, il colossale lavoro di Marco Bellocchio su la morte di Aldo Moro (Fabrizio Gifuni). Quest’oggi ci soffermiamo sui capitoli finali che concludono la vicenda. Una recensione, questa, non superficiale, anzi dovuta perché mostra tutta la complessità del lavoro del regista picentino nel cercar di offrire una visione, più completa possibile dei fatti della primavera del 1978.
Revisione dovuta
Mi sento di fare alcune correzione rispetto alla recensione passata. Solo adesso, avendo visto tutto il lavoro per intero si può avere un idea completa sul lavoro finale. La seconda parte acquisisce un maggiore valore della prima perché mostra l’interesse vero dell’autore. Esterno Notte è un film che tenta di dar voce ai personaggi secondari della vicenda Moro. Un storia che colpisce non solo chi è nell’occhio del processo ma da parte dell’intera società ce l’ha vissuta. Se nella prima parte abbiamo visto il punto di Vista della DC e del Papa (Toni Servillo). Negli ultimi capitoli vediamo la vicenda vista dagli occhi dei brigadisti e dalla moglie di Aldo Moro (Margherita Buy). Questo lavoro da senso alla suddivisione in capitoli e riesce a trasmettere la complessità al di là della semplicistica divisione tra bene e male.
Esterno notte. La parte delle donne
La maggiore intensità della seconda parte nasce dalla scelta di affidare il ruolo di protagoniste dei fatti ad Eleonora Moro e alla Brigadista Adriana Faranda (Daniela Marra). Attraverso i loro occhi assistiamo alla tragedia personale e politica. La rappresentazione della moglie di Moro è eccellente. Nei quadri di Bellocchio viene espresso la titubanza della donna tra la preoccupazione di degna madre cattolica, e dei valori che essa crede di rappresentare, e il la riservatezza politica da mantenere. Il passaggio da vittima a Carnefice e sottile perché anche il personaggio della Faranda è scisso tra la difficoltà per il rispetto delle sue posizioni politiche estremiste e il ruolo di madre messo in discussione dai suoi impegni militanti. Gli occhi delle donne, rivolti sempre a qualcuno, e mai nel vuoto, non esprimono mai smarrimento ma dubbio e angoscia. Voi al nostro posto cosa fareste?
L’ultimo capitolo
Nei precedenti 5 episodi Bellocchio si impegna nella difficile impresa di dare un tocco neutrale alla vicenda. Rimane fedele ai fatti narrati, riduce al minimo gli attimi romanzati ed evita fraintendimenti politici di ogni genere. Almeno fino all’ultimo atto del film. Da parte di un autore come Marco Bellocchio era impossibile non aspettarsi un commento sulla vicenda, un suo parere su quello che è successo. Lo fa dire allo stesso Aldo Moro, eremita, più che prigioniero della vicenda. Tutti vogliono capire i comportamenti del vecchio saggio ma in pochi riescono a farlo. Chi si arrende a questo tentativo decide inequivocabilmente la fine mortale di Aldo Moro.
Voto: 7+/10