Il commovente docufilm “Come un padre” di Alessio Di Cosimo ripercorre la storia dell’allenatore di calcio Carlo Mazzone. Il film, da poco uscito su Amazon Prime, narra i suoi gesti attraverso gli occhi del figlio Massimo e della nipote Iole. Ho avuto l’occasione di fare alcune domande sul film alla stessa Iole, che si è dimostrata disponibile ed entusiasta nel rispondere. Ascoltiamo allora cosa ha da dirci.
Com’è arrivata l’idea di creare un documentario su Carlo Mazzone?
L’idea di creare un docufilm su mio nonno c’è sempre stata, ancora prima di intraprendere questa carriera da attrice. Ho sempre avuto una grande ammirazione per lui. Quindi insieme al mio papà, quasi sei anni fa, ho buttato giù qualche idea per la sceneggiatura di un film/cortometraggio sulla vita di mio nonno. Poi ho iniziato a lavorare sui set e facendo un provino ho potuto conoscere il regista Alessio Di Cosimo. Con l’occasione gli ho portato questi scritti sulla vita di mio nonno, che gli sono piaciuti moltissimo. Abbiamo scelto perciò di lavorare con lui perché ha cominciato da subito a rimboccarsi le maniche. Si è dimostrato una delle persone che ha maggiormente creduto nel progetto e nelle idee che avevamo.
Tuo nonno ha influenzato il tuo rapporto sul calcio?
Direi proprio di sì, forse perché essendo una ragazza il calcio non è mai stato per me una grande priorità o qualcosa che mi ha particolarmente interessato, se non fosse appunto il fatto che sia stato il grande amore di mio nonno insieme alla famiglia. Perciò sì, devo dire che in realtà questo sport mi piace. Mi appassiono davanti a partite di mondiali, o di serie A o simili. Non capisco se è una qualità che ha il calcio in quanto sport o se c’è questo legame affettivo che mi fa ripensare molto a nonno.
L’emozione più bella durante le riprese? Cosa invece ti ha fatto paura?
L’emozione più bella durante le riprese è stata nel mio girato. Quando vado a scoprire tutti i pezzi della storia di mio nonno: pur conoscendo la sua storia, ritrovare tutti questi cimeli ha accresciuto la curiosità che avevo su lui. Poi in sottofondo mi avevano messo “Stella” di Antonello Venditti, quindi puoi immaginare i lacrimoni. Non mi ha fatto paura nulla, temevo che questo film non ricevesse tutto il successo che invece ha ottenuto. L’enorme successo ha di gran lunga superato tutte le mie aspettative. Sono davvero molto contenta!
Ci parli di qualche ricordo e della tua vita privata con tuo nonno?
La cosa più bella che posso dire è avere la fortuna di averlo proprio accanto. Noi viviamo in una bifamiliare, quindi lo vedo praticamente tutti i giorni, specialmente quando c’è sole e bel tempo lo vedo passeggiare in giardino. Lui si tiene attivo sotto questo punto di vista, un po’ la verve da sportivo gli è rimasta. Una cosa simpatica è che c’è una profonda differenza tra Carletto Mazzone nonno e Carletto Mazzone allenatore. Lo dice lui stesso che in realtà ha un fratello gemello che quando è in campo arriva ed è quello leggermente più duro e più tosto, perché deve tirare fuori il coraggio ed il suo essere forte, mentre poi quando è a casa è una persona affabile e amorevole. Poi con i nipoti ha un occhio di riguardo, ora è anche bisnonno. Ha due bisnipoti, quindi si è addolcito ancora di più. Poi i nonni, come si sa, ti vogliono forse un po’ più bene degli altri perché sono anche consapevoli che forse saranno i primi a lasciarti, quindi c’è veramente un rapporto speciale. Mi piacerebbe chiudere parafrasando una espressione che ha usato mio nonno per descrivere Roberto Baggio. “Avete presente quanto Baggio sia grande da calciatore? Come uomo lo è ancora di più”, quindi io parafraso questa frase e dico: “Avete presente Carlo Mazzone quanto è grande come allenatore? Come nonno, è ancora più grande!
di Ilaria Bruni