Per recensire Coda – I segni del Cuore, pellicola vincitrice dell’alloro come miglior film agli Oscar 2022, vorrei partire da un immagine che mi ha particolarmente colpito: la giovane protagonista Ruby Rossi (Emilia Jones) urla, dall’altro del suo letto, in una piccola stanza rosa, tutto il rancore verso i suoi genitori e verso il mondo. Benché la casa sia occupata dai suoi genitori e da suo fratello, nessuno può sentirla gridare. Ruby è l’unica udente in una famiglia di sordi.
CODA e l’equilibrio di Ruby
Il film ruoto tutto intorno alla vita della ragazza che cerca in tutti i modi di farsi ascoltare da chi non può farlo per un difetto congenito. Una storia famigliare condita dalla disabilità che, nel film, viene trattata in maniera intelligente e mai in modo banale o stereotipato. Infatti tutta la pellicola lotta contro questi pregiudizi mettendo in evidenza come l’obbiettivo più importante per un sordo sia la volontà di esser trattato come una persona qualunque.
Ruby Lotta! Potrebbe essere lo slogan della pellicola, la ragazza deve cercare di farsi accettare sia dai suoi genitori che la vedono come troppo “normale” rispetto a loro che dai suoi compagni che invece la vedono “diversa” perché proveniente da una famiglia sorda. Una lotta alla ricerca di un equilibrio. Ruby che cerca un posto nel mondo in cui stare. In cerca di equilibrio anche la pellicola che crea con il linguaggio dei segni un nuovo modo di comunicare cinema. Ridotti i dialoghi, questi sono sostituiti con gesti e smorfie che caratterizzano ogni personaggio in modo così profondo da farci capire il suo carattere al minimo movimento della mano.
Il riferimento del silenzio
Altra immagine: un uomo sordo, il padre di Ruby (Troy Kotsur), assiste al concerto di sua figlia alle prese con un’esibizione canora. L’uomo non può sentire, noi non possiamo sentire. Grande azione comunicativa quella di mutare l’audio in modo da permetterci la piena immedesimazione. L’uomo scruta impercettibile i volti delle persone che gli siedono accanto e in base ai loro sorrisi capisce se sua figlia stia cantando bene. Il ruolo genitoriale messo in discussione quando non può controllare ciò che lo circonda al 100%. CODA è anche questo: la storia di un gruppo di sordomuti che non riescono ad interagire con le persone. Sono pescatori. Si svegliano ogni mattina alle 3, poi vendono il pesce senza parlare con nessuno. Sono dei Malavoglia moderni. Non ce ne voglia Verga ma anche loro, come i suoi protagonisti, pescano per sopravvivere e quando ne hanno l’occasione si buttano in cerca della promozione sociale. I personaggi creati dalla regista Sian Heder, invece di una scalata economica puntano ad una scalata verso l’accettazione.
In mezzo al dramma famigliare c’è la comicità, l’amore tra giovani, la musica ed il desiderio di superare le proprie difficoltà per raggiunger i propri sogni. Un premio Oscar alla semplicità e alla normalizzazione della vita al di là di qualsiasi problema ci si presenti davanti.
Una curiosità importante
Troy Kotsur, che ha interpretato il padre della protagonista, grazie a questa esibizione, ha vinto l’Oscar al miglior attore non protagonista divenendo il prima attore sordo muto a raggiungere questo obbiettivo. Tutto ciò a dimostrazione che con l’impegno, ogni sogno si può realizzare
Voto: 6+/10
Di Quinto De Angelis