Con Acqua alle corde, Paolo Consorti decide di ambientare la sua commedia tra le colline della provincia che gli ha dato i natali dando alla pellicola un forte tocco campanilistico.
La trama: in occasione della ricorrenza dei 500 anni dalla nascita di Papa Sisto V, il sindaco del comune di Montaldo Marche, paese che ha dato i natali allo storico papa, decide di affidare al regista di opere parrocchiali Angelo Santini (Cristiano Caldironi) il compito di realizzare un musical che rendesse omaggio alla figura del pontefice marchigiano. L’inetto regista per rilanciare la sua carriera, e per non deludere i suoi paesani, decide di scritturare una compagnia teatrale di successo che possa aiutarlo nella realizzazione dell’opera. Tra di loro spicca la figura del vanitoso attore di punta (Enzo Iacchetti) che, in veste della sua maggiore esperienza, deciderà di soppiantare Santini, troppo mite e sensibile, alla direzione dell’opera teatrale.
Acqua alle corde: Una commedia innovativa
Se la caratteristica principale di una commedia è la sua capacità di far ridere possiamo dire che il film di Consorti ci riesce a pieno e anzi, aggiunge qualcosa di più. Il regista è bravo a realizzare degli Sketch comici basati sulla commedia dell’assurdo ponendo personaggi famosi o di un certo rango sociale, all’interno di contesti e situazioni assurde. I momenti più ironici sono nelle battute minori, nelle espressione, e in tutti quei piccoli scambi dove il discorso sembra improvvisato, dove per concludere la frase si usano dialoghi brevi e di effetto per sorprendere il pubblico ma più in generale l’interlocutore.
Consorti mantiene nella sua pellicola alcune scelte stilistiche ricercate come l’utilizzo d’inquadrature lunghe oppure fa uso di stacchi registici non convenzionali pescando dalla tradizione del cinema sperimentale da cui proviene. In Acqua alle corde la realtà teatrale si mischia alla vita vera. Il protagonista, Santini, cerca di imporsi come regista teatrale all’interno di una società che non lo denigra. All’interno di una società che vede i più timidi come sconfitti in partenza
Quelle fastidiose tracce di provincialismo
Il risvolto della medaglia è l’aver creato una commedia troppo provinciale, infarcita di termini e di espressioni dialettali che sono di difficile interpretazione per le persone fuori dalla regione marchigiana. All’ottima commedia descritta in precedenza si uniscono, purtroppo, tematiche già utilizzata in grande quantità: il tradimento o l’utilizzo di espressioni volgari appiattisco la pellicola rendendola simile tante altre e restituendo solo un facile sorriso. A questo si aggiunge un’audio non sempre impeccabile, specie nella prima parte, incapace di campionare al meglio la voce dei personaggi.
Un film godibile ma imperfetto
Acqua alle corde è consigliata a tutti quelli che vogliono passare una serata in compagnia di una spassosa commedia immergendosi nel dialetto e nelle tradizioni picene. A noi il compito di dire che il troppo campanilismo e l’utilizzo di “trovate” comiche superficiali penalizzano la pellicola e l’ambizioso progetto dietro la volontà del regista.
Voto film: 6-
di Quinto De Angelis