Per la rubrica dedicata alla candidatura di Ascoli a Città della cultura 2024, Pina Calisti ha intervistato per radio Ascoli Luigi Contisciani, presidente del BIM Tronto, realtà che si è messa a disposizione per sostenere tale processo.
Sicuramente la nomina di Ascoli a città della cultura 2024 arricchirebbe non solo Ascoli, ma l’intero territorio provinciale- L’importanza di fare rete per un progetto culturale condiviso come quello di Ascoli città metromontana – come il sindaco di Ascoli la vuole definire – è importante, come lo è il fatto che il sindaco abbia coinvolto gli altri comuni della provincia di Ascoli e tutti gli stakeholder del territorio, perché in questa rete risiede la vera ricchezza del territorio piceno.
Con questa candidatura, non solo la nostra città ma anche i paesi dell’entroterra avranno la possibilità di far conoscere, sostenere e valorizzare arte, cultura, natura, storia, enogastronomia.
Sicuramente sì, perché il nostro è un territorio pieno di borghi, ma anche di luoghi di mare e di montagna, quindi non ci manca assolutamente nulla, però l’importante è fare squadra. Il BIM Tronto, infatti, da oltre cinque anni sta portando avanti il progetto di condividere queste reti sul territorio, partendo da quella del travertino passando per Mete Picene, fino al mettere in rete ottantuno musei con trenta comuni del territorio. Inoltre, abbiamo siglato un protocollo d’Intesa con l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero della Cultura; anche questo potrebbe essere un volano importante perché Ascoli diventi città della cultura 2024.
Ci sono altri progetto che potranno contribuire a raggiungere questo risultato?
Certo. Uno di questi è il primo premio vinto su un bando indetto dal Ministero della Cultura: su 640 progetti italiani presentati, il BIM è risultato il primo in assoluto,. Altro progetto che potrebbe sostenere questo processo è Ti racconto una storia, bando fatto per tutti i musei del nostro territorio, legato all’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del Ministero. Questo rapporto che si è instaurato penso possa dare energia, forza e valore aggiunto al territorio Piceno.
Si tratta di diverse opportunità per far conoscere ulteriormente il nostro territorio, affinché diventi sempre di più una destinazione turistica amata anche fuori dai confini regionali e nazionali.
Certo, anche perché oggi Mete Picene è l’unico brand di destinazione turistica del Piceno che ha messo insieme tutti i comuni della provincia di Ascoli e ottantuno musei, l’ultimo inaugurato la settimana scorsa, il museo virtuale sui Piceni. Da non dimenticare, poi, tutto il discorso delle filiere che in questi anni sono nate: le filiere del travertino, del legno, della mela rosa, dell’anice di Castignano… tutti progetti che oggi danno un valore aggiunto al nostro territorio e che quindi, messi in rete insieme a tutti gli stakeholder, sicuramente potranno dare forza a questa candidatura.
L’altra risorsa del Piceno è il turismo, che questo anno, dopo il lockdown, è ripartito con numeri rilevanti.
Sì, anche perché c’è molta voglia da parte delle persone di uscire e soprattutto di visitare aree poco affollate, come le bellissime zone interne che noi abbiamo, anche se poi quest’anno effettivamente queste aree sono state prese d’assalto da parte di tantissime persone, che noi ringraziamo. Sicuramente, possiamo e dobbiamo ancora fare meglio, soprattutto attraverso la messa in rete delle strutture ricettive, alcune ancora inagibili dopo il terremoto. Inoltre, sarà importante formare i nostri interlocutori, perché anche la qualità dell’accoglienza non va sottovalutata. A questo scopo, abbiamo promosso un corso di formazione professionale in 500 ore per formare operatori e manager turistici.
Il BIM è anche parte attiva del comitato, composto attualmente da una decina di realtà, proprio per lavorare in sinergia perché Ascoli diventi Capitale della Cultura 2024. Quali saranno le proposte che verranno fatte nelle prossime riunioni?
Il comitato si è insediato la settimana scorsa, penso che entro il fine settimana (2-3 ottobre per chi legge, ndr) il consiglio comunale adotti questo provvedimento per l’ufficialità. Dopodiché, questa sinergia tra nuovi stakeholder e il comune di Ascoli Piceno darà vita a una progettazione non tecnica – perché c’è un comitato tecnico – ma ad una visione del territorio molto ampia, arricchita dal fatto che le istituzioni pubbliche si confronteranno con le imprese private. Un metodo di lavoro che sicuramente apporterà valore aggiunto a questa candidatura.